La giornata del 25 novembre, a dispetto della violenza sulle donne radicata e in larga parte ancora sommersa ad essa associata, ha una storia relativamente recente.

Recente come le dittature che hanno attraversato il Novecento e che, pur mutando aspetto, non sono certo finite. Dobbiamo compiere un salto nella Repubblica Dominicana degli anni ’60 per conoscere la storia delle tre coraggiose sorelle Mirabal e della loro resistenza al regime di Rafael Leonidas Trujillo. 

Las Mariposas

Le chiamavano farfalle (Las Mariposas), prima che la cieca violenza del regime spezzasse il loro volo. Aida Patria Mercedes, Maria Minerva Argentina e Antonia Maria Teresa: ecco le sorelle Mirabal. Attiviste politiche, più volte imprigionate e condannate ai lavori forzati accusate di aver attentato con le loro idee e la loro attività intellettuale alla sicurezza nazionale. Anche i loro mariti furono perseguitati e incarcerati. Proprio in occasione di una delle visite a loro fu teso un agguato, poi mascherato da incidente, in cui furono uccise. Era il 25 novembre del 1960 e quello fu il prezzo per la loro opposizione al regime di Trujillo, considerata una tra le dittature latine più sanguinose dell'età contemporanea.

La custode della memoria

L’unica sorella Mirabal sopravvissuta, Bélgica Adele detta Dedé, ha curato le pagine del libro di memorie "Vivas en su jardin" dedicato alle sorelle, come fossero «fiori del giardino». Ha coltivato memoria, crescendo anche i sei nipoti orfani, figli delle sorelle uccise. La loro vita è stata anche raccontata dalla scrittrice Julia Alvarez nel romanzo "Il tempo delle farfalle", da cui è stato tratto nel 2004 il film di Mariano Barroso “In The time of Butterflies”, interpretato anche da Salma Hayek.

L’eco della libertà dalle dittature

Per non dimenticare quel 25 novembre 1960, nella stessa data nel 1981, un mese prima dell’entrata in vigore della Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione nei confronti delle donne, si tenne la prima Conferenza di donne latinoamericane a Bogotà in Colombia. Il simbolo della libertà dalle dittature che incarnarono ebbe eco nel tempo e così, nel 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con risoluzione 54/134, ufficializzò il 25 novembre come Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne.

Oggi quell'impegno per la libertà dalle dittature è diventato emblema di tutte le forme di violenza di cui la donna è vittima, tra le mura domestiche, nei contesti lavorativi e sociali in genere.

La violazione dei diritti umani più diffusa

Radicata nella discriminazione di genere, la violenza sulle donne rappresenta la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo. Un allarme che non risparmia l’Italia, dove i maltrattamenti di familiari e conviventi e i femminicidi sono in lieve calo ma non anche i casi violenze sessuale. Non risparmia anche la Calabria, dove aumentano le richieste di aiuto ma sono poche le case rifugio nelle quali possono trovare accoglienza e supporto per uscire dalla spirale di violenza.