«Giro nelle parrocchie. E riscontro quanto la gente, ancora oggi, abbia scritto nel proprio cuore il messaggio di Dio. Sono passati duemila anni dall’evento della morte e resurrezione di Cristo. Ma questo evento parla ancora al cuore delle persone». Monsignor Attilio Nostro, vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, traduce così, con un esempio di concretezza estrema, la piena attualità del messaggio pasquale: cosa è cambiato tra ieri e oggi nel cuore delle persone che credono in Dio, nel Dio della Chiesa cattolica? Nulla, perché è proprio quel messaggio lanciato duemila anni fa a guidare le scelte quotidiane di chi si ispira ai valori cristiani.

Ospite degli studi centrali di LaC Tv, nel giorno del Venerdì Santo, il prelato interpreta e spiega i punti nodali della Settimana Santa. Che non è soltanto rito popolare, o semplice folklore o suggestione di massa. Ma riflessione e impegno per rendere carne viva la sofferenza di Cristo e il suo sacrificio per la salvezza degli uomini. Intervistato da Pier Paolo Cambareri, nel corso della puntata odierna di Dentro la Notizia, il format a cura della redazione giornalistica di LaC News24, monsignor Nostro non evita di soffermarsi sull’importanza delle manifestazioni tradizionali popolari e religiose e dei tentativi, nel passato, della criminalità organizzata e di altre entità di appropriarsi dei riti per la suggestione e l’alto impatto su credenti e non credenti. Un tema nevralgico: «Come per ogni cosa che ha a che fare con la Chiesa, noi dobbiamo pensare all’invidia del demonio. Il demonio vuole che le cose belle diventino brutte. E le Congreghe sono tra le cose più belle che noi abbiamo nella nostra Diocesi, una risorsa eccezionale. Io mi sono attivato, appena ho potuto, per tutelarle dalle tante forme di manipolazione che in passato potrebbero esserci state. Oggi è bellissimo pensare che le Confraternite possano diventare il cuore pulsante di una comunità che si prende cura dei piccoli, degli indifesi, di chi ha varie necessità anche di tipo sanitario, necessità che feriscono la comunità, il territorio, la società. Le Confraternite potrebbero diventare un baluardo in questa direzione». Un baluardo come la Cec, la Conferenza episcopale calabra che si è fatta militante e che non ha paura di mettersi in prima linea sui grandi temi sociali, così come raccontato spesso dalla nostra testata.

Nel corso della puntata non sono mancati gli accenni alla riorganizzazione della Diocesi che ha trovato tantissime adesioni ma anche qualche resistenza. Ecco, sul punto monsignor Nostro è stato abbastanza diretto: non possiamo permetterci il rischio che qualcuno possa fermarsi, sedersi. È necessario fare autocritica e rimettersi in moto. Infine, il messaggio pasquale del vescovo ai fedeli della Diocesi e a quelli calabresi: «Il Signore dalla Croce è riuscito a dire parole di intercessione, benedizione, perdono, amore. Il Venerdì Santo ha questa meravigliosa sfida che contiene dentro di sé, la sfida a chi ama di più. Questo dono dobbiamo accoglierlo in maniera misteriosa, accettare la sofferenza come messaggio estremo di un Dio che dice: “Io ti amo e ti amo fino alla morte. E affinché tu non abbia paura della morte, io morirò e nella morte ucciderò la morte perché tu abbia la vita”. Ecco il mio messaggio: questa deve essere la sfida di tutti i credenti».

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