Sembra orami tutto pronto per la convocazione del Consiglio regionale la cui ultima seduta si è svolta lo scorso 30 agosto. Il presidente Filippo Mancuso ha convocato per domani a mezzogiorno la conferenza dei capigruppo, con i quali stabilirà l’ordine dei lavori dell’assemblea legislativa. Intanto però, il primo inquilino di Palazzo Campanella ha lanciato una nuova proposta di legge che aumenta il numero dei garanti nella nostra Regione. Dopo l’Osservatorio contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro, Mancuso, questa volta in coppia con la consigliera regionale Valeria Fedele, punta a dare «una risposta sociale alla sofferenza della vittima indipendentemente dal reato che l’ha vista coinvolta e quindi riconoscere la rilevanza sociale del proprio dolore e fornire l’adeguato sostegno da parte della società lungo il percorso di elaborazione della propria esperienza».

Un nuovo Garante, una nuova poltrona

La proposta, al di là della valenza sociale, arricchisce il già importante numero di Garanti in Regione - Difensore civico, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, il Garante della Salute e il Garante regionale dei detenuti a cui di recente si è unito anche il Garante per le persone disabili - che saranno nominati dallo stesso Mancuso in virtù dei poteri sostitutivi. Allo stato attuale, e sulla carta, saremmo una delle aree più avanzate in tema di diritti e garanzie per l’individuo, ma nei fatti il giudizio non può che rimanere sospeso. Dunque, l’istituzione di un nuovo Garante, in una situazione politica in divenire anche per i nuovi equilibri scaturiti dalle ultime elezioni politiche, può apparire anche come uno strumento per placare gli appetiti della politica viste anche le indennità parametrate per lo più sulle indennità dei consiglieri regionali. Spetterà quindi alla politica dimostrare che queste figure lavorano e funzionano per il riscatto di deboli, emarginati e vittime di reati.

Vittime una volta sola

La vittima insomma necessita di essere protetta, anche perché il reato - è il ragionamento che sta alla base della proposta - è non solo un torto alla società, ma anche una violazione dei diritti individuali delle vittime che, in quanto tali, dovrebbero essere riconosciute e trattate in maniera rispettosa, sensibile e professionale, e senza discriminazioni di sorta.

D’altra parte come è noto il legislatore regionale con la legge regionale n. 1/2018 ha istituito il Garante regionale delle persone detenute o private della libertà personale, un organo che tutela i diritti delle persone che commettono reati. Ai proponenti Mancuso e Fedele sembra quindi ragionevole ed equo proporre una figura a cui possano rivolgersi le vittime, un organo ad hoc che promuova i loro diritti, che promuova una stretta collaborazione con le agenzie del territorio, con la magistratura, con gli altri organi di garanzia; che sostenga una formazione specifica per le forze dell’ordine e la polizia locale, affinché non si generino effetti di vittimizzazione secondaria, per sensibilizzare i servizi sociali e sanitari del territorio, affinché alle vittime venga riconosciuto il diritto all’ascolto e all’intervento di cura.

Struttura organizzativa e trattamento economico

Nella proposta di legge si stabiliscono quindi le funzioni del Garante, si introduce la definizione di vittima, si definiscono i compiti, i criteri di nomina e le cause di incompatibilità.

Il Garante sarà eletto dal Consiglio regionale con deliberazione adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri, dura in carica 5 anni e può essere rieletto una sola volta. Nell’esercizio delle proprie funzioni, non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico o funzionale.

Avrà sede a Reggio Calabria presso il Consiglio regionale, ma altre sedi distaccate possono essere istituite in uffici di proprietà regionale o concessi, a titolo gratuito, dalle pubbliche amministrazioni. Alla dotazione organica, ai locali e ai mezzi necessari per il funzionamento del Garante regionale provvede, sentito lo stesso Garante regionale, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio nell’ambito della dotazione organica del Consiglio regionale.

Il personale assegnato dipende funzionalmente dal Garante regionale e non ha diritto ad alcuna indennità di struttura. Il valore dei fondi assegnati è pari a 10 mila euro. Sulla base di tali dati, la somma da inserire come posta in bilancio per le spese di cui all’articolo 5, comma 3 è pari a 2.500 euro per i tre mesi dell’anno 2022 e a 10 mila euro per ogni anno successivo.

Dal punto di vista economico, la legge prevede un impegno di spesa complessivo per il 2022 di circa 9mila euro, e di oltre 25mila per il 2023 e 2024, a cui si provvede con le risorse disponibili al Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2022 - 2024, che presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.

Al Garante 15mila euro l'anno più i rimborsi di missione

D’altra parte al Garante regionale spettano l’indennità di funzione, il rimborso spese e il trattamento di missione nella misura prevista per il difensore civico che a norma di legge percepisce una indennità mensile lorda pari al 25% dell’indennità mensile lorda percepita dai consiglieri regionali. Quindi con riferimento all’indennità di funzione, la quantificazione annua degli stessi è pari a 3.875 euro per il 2022 (3 mesi) e 15.500 per il 2023 e 2024.

Mentre, considerato che la media di rimborso per missione per ogni singolo consigliere sarebbe pari a euro 10.064,00,00, la somma da prevedere annualmente per il rimborso di missione al Garante, dovrebbe essere non superiore ad € 10.064,00.