A distanza di 105 anni dalla nascita dell'intellettuale, il sodalizio ha deciso di celebrare uno dei suoi fondatori, donando un mezzo busto commemorativo in bronzo al Comune di Ferruzzano che diede i natali a questo grande figlio di Calabria. La cerimonia si è tenuta a Roma
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Nella Terra di Calabria, qualcuno diceva che “se tagli un albero escono cervelli”, per sottolineare come una terra così cruda, ruvida e magica dia i natali a personaggi di elevata cultura e grandi professionisti appassionati. Gino Gullace, giornalista e scrittore calabrese era uno di questi.
Orgoglio calabro, fu tra i primi corrispondenti mandato negli Usa dalla Rizzoli e storico corrispondente della rivista Oggi, mostrando grande professionalità, competenza e trasparenza nella professione giornalistica.
Per questo motivo, a distanza di 105 anni dalla nascita di Gino Gullace la Fondazione Magna Grecia ha deciso di celebrare uno dei suoi fondatori, donando un mezzo busto commemorativo in bronzo, al Comune di Ferruzzano, che diede i natali a questo grande figlio di Calabria. L’evento, molto partecipato è stato condotto dalla giornalista Paola Bottero, con l’intervento del presidente Nino Foti, che ha fortemente voluto questo momento commissionandone l’opera.
Cornice dell’evento, la splendida location della Galleria del Cardinale in Roma, dove è stato scoperto il mezzo busto raffigurante il giornalista calabrese. Distintosi in vita per la veridicità del suo fare, al di fuori di ogni tipo di compromesso con i poteri esistenti. Portatore sano di una vocazione reale e dedita alla verità.
Il mezzo busto, realizzato dallo scultore e mosaicista Domenico Carteri conosciuto come Mimmo, sarà posizionato proprio sul quel tratto specchiato di mare costeggiato dal lungomare di Ferruzzano e intitolato proprio a Gino Gullace.
Durante l’evento prendeva forma, come olio su tela, il ritratto di uomo che ha contribuito, con un importante tassello, a rappresentare quella Calabria sana, quella meritoria di buona cronaca. Significativo l’intervento del presidente Nino Foti che nel ricordare lo scrittore e giornalista ha fatto emergere come il suo essere calabrese, le sue radici magnogreche, abbiano fatto la differenza per questo uomo e per tutti i connazionali che in America necessitavano di inserirsi in quel nuovo contesto. Foti ha parlato di «un grande uomo di cultura, che è stato anche un uomo semplice. Uno scrittore e giornalista che ci ha lasciato tantissimi insegnamenti e oggi merita di avere il giusto riconoscimento».
Con un ricordo personale di Gino Gullace, Foti lo ha raccontato come testimone di una «Calabria vera, sana e ricca di cultura. Un uomo con lo sguardo rivolto al futuro, che già negli anni ’50 parlava dei rischi della tecnologia, che può inaridire i rapporti umani, affermando che le persone devono essere il fine e non il mezzo».
Tra i presenti anche il vice sindaco del Comune di Ferruzzano, Nino Crea, che ha fatto presente come, grazie a Gino Gullace e ai suoi racconti dell’America anno ’50, sia stato possibile appassionare migliaia di connazionali, partiti per l’America in cerca di fortuna: «Se amiamo il ‘sogno americano’, lo dobbiamo a questo nostro grande concittadino» senza tralasciare l’importante ruolo dello scrittore, che con il suo operato e la sua cultura si è fatto promotore di quelle radici magnogreche, che dovrebbero smuovere gli animi dei calabresi tutti, nel tirare fuori quel sano orgoglio di chi sa di essere stato grande nel passato. «Studiando e recuperando le nostre radici possiamo tornare ad essere grandi per dare un contributo non solo al nostro territorio, ma all’Italia tutta» ha in fine concluso Crea.
E mentre l’accorato ricordo di Gullace veniva portato alla luce, commossa e orgogliosa si è espressa la nipote del giornalista, Sabrina Maria Teresa Gullace, che non ha nascosto l’emozione e la gratitudine per questa iniziativa, che ha conferito il giusto riconoscimento ad una figura come quella dello zio «La cui memoria merita di essere mantenuta sempre viva. Ringraziamo la Fondazione Magna Grecia che ci ha regalato una sorpresa meravigliosa».
Un evento quello in memoria di Gino Gullace, che ha tacciato un ritratto romantico del giornalista di un tempo, di quelli che possedevano grande capacità professionale ed umana e che ha saputo esportare all’estero quel sano spirito made in Italy, fatto di cultura, passione, romanticismo e iniziativa. Il suo è stato un giornalismo senza compromessi, che ha fatto innamorare gli italiani del “sogno americano”.