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Sarà un’estate torrida, tra le più calde degli ultimi centocinquant’anni. E molto secca. Con il rischio siccità dietro l’angolo. Tanto da spingere i sindaci dei comuni di Cosenza, Rende, Castrolibero e Mendicino a chiedere un confronto in Prefettura per individuare le soluzioni operative da adottare per fronteggiare la carenza di risorse idriche.
Al tavolo, coordinato dal vicecapo di gabinetto del Prefetto Vito Turco, hanno partecipato anche i vigili del fuoco e la protezione civile oltre alla Sorical, rappresentata dall’ingegnere De Marco. Predisposto un piano per l’approvvigionamento di acqua a beneficio di ospedali, case di cura e comunità, anche se è emersa la carenza di autobotti disponibili. La Protezione Civile ne avrebbe soltanto quattro per l’intera regione.
Gli amministratori hanno preannunciato la richiesta di un incontro al presidente della Regione Oliverio. «Occorrono risorse finanziarie – ha sottolineato il sindaco di Mendicino Antonio Palermo – per ristrutturare le reti idriche comunali ormai obsolete. Molte risalgono al ventennio fascista. La Regione elabori un bando riservato alle amministrazioni locali».
Un’altra proposta messa sul tavolo è quella della captazione di nuove sorgenti. L’altopiano silano e l’appennino paolano potrebbero rappresentare una fonte di approvvigionamento ma attualmente buona parte dei comuni sono legati al funzionamento dell’acquedotto dell’Abatemarco, con tutte le incognite legate alle continue rotture ed ai tanti allacci abusivi presenti lungo il tortuoso percorso delle condotte.
Salvatore Bruno