A Gioiosa salta la processione per il miracolo di San Rocco. E a Casignana arriva l’ammonizione ufficiale per non avere rispettato il decreto vescovile. Sui social insulti e minacce
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Sacro e profano, devozione religiosa e festa popolare: sono due le gambe su cui, da sempre, le santificazioni delle tradizioni di carattere religioso vanno in scena tra le viuzze dei piccoli centri della Calabria. Un binomio che ha attraversato decenni – secoli, in più di un caso – e che ora, dopo il decreto “pietà popolare, tesoro prezioso della nostra chiesa” emesso dal vescovo della diocesi di Locri-Gerace ed entrato in vigore lo scorso dicembre, rischia seriamente di essere fortemente ridimensionato. Almeno per quello che riguarda il numero dei giorni da dedicare ad ogni festa e il tipo di festeggiamenti laici che si vuole affiancare alle celebrazioni religiose.
Un provvedimento, rassicurano dalla curia, che non vuole “distruggere per distruggere” ma che intende riportare la tradizione popolare sui binari di una fede più raccolta e meno sguaiata. Un provvedimento che ha però creato un vero putiferio tra le confraternite e i comitati festa dei diversi paesi della Locride e che ha già prodotto i suoi primi effetti, con una processione già saltata, e un’altra sanzionata con un’ammonizione ufficiale arrivata dalla Curia per essere andata comunque in scena nonostante il divieto.
«L’obiettivo non è semplicemente procedere a tagli, riduzioni o cambiamenti fini a se stessi – scrive il responsabile dell’ufficio liturgico della diocesi in una lettera aperta a parroci e associazioni – ma dare alla nostra chiesa locale un volto meno culturale e folcloristico». Una sorta di ritorno ad una maggiore spiritualità (spesso fagocitata dall’euforia della festa) che in soldoni significa: stop ai “grotteschi e risibili” fuochi d’artificio fatti durante le processioni affinché vi possano assistere anche le statue dei santi, stop alla duplicazione delle feste (fatte principalmente d’estate, un po’ per venire incontro ai tanti che vivono ormai lontano dalla Calabria e un po’ perché così si garantisce un maggiore afflusso di partecipanti) e stop con le processioni legate ad accadimenti legati alle “azioni” dei santi e che la tradizione popolare chiama miracoli.
E proprio ad uno di questi miracoli (e alla parallela processione tenuta dalla confraternita per le vie del paese nonostante il decreto) è legato il primo intervento della Curia, che ha ufficialmente ammonito la confraternita di San Rocco a Casignana: «Con rammarico mi trovo nella necessità di inviare questa mia lettera – si legge in una missiva – quale formale e ufficiale ammonizione” perché “contrariamente a quanto disposto avete organizzato e consentito che avesse luogo la duplicazione della festa». Una lettera dai toni «rispettosi e collaborativi» ma che arriva per «richiamarvi all’osservanza delle norme in vigore» in modo da «scongiurare altre misure di correzione e richiamo che potrebbero penalizzare il sodalizio stesso».
Pochi giorni dopo, suo malgrado, è ancora San Rocco il protagonista di questo calendario rivoluzionato. O almeno la processione secolare che ricorda l’intervento che avrebbe protetto Gioiosa Jonica dal terremoto. Era stato lo stesso comitato della festa ad avvisare i fedeli dell’annullamento della processione lungo le vie del paese. Una decisione arrivata dopo una riunione con il vescovo in cui «abbiamo cercato in ogni modo di far rivalutare questa scelta cercando con determinazione di ottenere un ripensamento» si legge in una nota dello stesso comitato che, nonostante i tanti mugugni «prende atto della decisione ecclesiastica e conferma il proprio rispetto per le indicazioni ricevute».
Un atto d’obbedienza che ha cancellato la prevista processione e che ha fatto andare su tutte le furie numerosi affezionati alla festa che, soprattutto sui social, si sono lasciati andare a commenti velenosi, insulti e anche a qualche velata minaccia. Una deriva inaspettata (e che potrebbe essere legata anche a interessi molto più prosaici della celebrazione religiosa) che potrebbe riproporsi ancora molte volte considerato il numero di miracoli, reliquie e ricorrenze venerati, tra sacro e profano, da migliaia di fedeli su tutto il territorio. Insomma, scherza con i fanti, ma lascia stare i santi.