Giuseppe Caruso sta facendo parlare di sé da qualche anno. Riuscendo ad attirare la stampa nazionale e soprattutto i social. Ricostruiamo la sua storia.

«Quando sono ritornato in Calabria, a Petilia Policastro, 12 anni fa, avevo studiato a Catanzaro, Firenze e Berlino, la gente mi prese per pazzo. Ho cominciato a ristrutturare la casetta di mio nonno dove poi abbiamo realizzato una piccola scuola di inglese di Manuela e ho comprato due casette a un prezzo ridicolo. È triste perché qui le case si svendono per non pagare le tasse. Poi me ne regalarono un’altra. La gente iniziò a chiamarmi visionario. Ora tutti mi chiamano Maestro, ma io sono quel semplice prof che 12 anni fa decise di ritornare al proprio paese con la moglie».

Hai iniziato con il dare vita a una libreria libera. Chiedendo libri a tutti. Com'è andata a finire?

«Mi avevano regalato una casa grande e non sapevo cosa farci. Manuela aveva il sogno di fare una grande libreria libera. Al momento abbiamo 6000 volumi e molti li abbiamo distribuiti a tante persone e tanti bambini. Ricordo che una volta venne un papà con un figlio da un paese vicino e pianse di felicità tutto il tragitto dalla libreria al suo paese. Prese due intere enciclopedie del corpo umano per il figlioletto. Ora ci aiutano gli studenti del Liceo Linguistico e quelli della Scuola del Legno a tenerla aperta. È divenuta un luogo di ritrovo per ragazzi. Ma noi speriamo lo diventi anche per gli adulti».

Ora il tuo libro, di cosa si tratta?

«Sono dei semplici racconti. Un libricino che volevo arrivasse ai miei followers in tutto il mondo. Alla signora sola in città che aspetta di leggere le mie storie mentre lei aspetta che il giorno passi, alla mia amica Francisca in Brasile che è partita dalla Sicilia ed è diventata una grande fotografa brasiliana. Neanche la conosco ma ci scriviamo come con moltissima gente.

La storia mia e di Manuela, la storia del nostro piccolo paese raccontata con testimonianze di gente che è partita, con i bambini che ancora giocano per strada, con le semplici cose che si fanno in un paese».

Stai trionfando sui social. Ti seguono da mezzo mondo.

«Al momento ho 3 milioni di visualizzazioni ogni 28 giorni. Davvero inaspettato, ma la mia pagina con i miei racconti sta toccando numeri altissimi. Ne sono fiero, ma sono anche confuso. Non me lo aspettavo.»

Qual è il messaggio che vuoi lanciare con questo libro autobiografico?

«Che la Calabria si sta svuotando lentamente ma c'è tanta voglia di rinascere. Che in un piccolo paese ci sono dei valori e delle tradizioni che ancora resistono alle mode e al tempo. Una dimensione più semplice, ma più vera».

I tuoi progetti per il presente.

«Al momento con le vendite del libro vorrei risanare una delle prime casette che ho acquistato per fare un piccolissimo museo. Perché in primavera inizieranno a venire i bambini con le scuole e quindi oltre ai murales del vicoletto e la libreria, potranno vedere un altro piccolo spazio che ho pensato per loro. Una piccola casetta di una volta.»

E per il futuro?

«Vorrei tanto girare il mondo con Manuela per parlare del nostro piccolo paese e della nostra esperienza. Per poi ritornare sempre al mio paese con tante idee da poter realizzare insieme ai nostri amici, ai nostri amati studenti, al nostro piccolo paese in Calabria».