I dati presentati oggi alla Camera mostrano un quadro preoccupante: «Oltre il 45% degli allievi italiani non raggiunge il livello base in quinta elementare». In calo la dispersione scolastica
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
«Oltre 45% degli allievi non raggiunge il livello base in quinta elementare». È il quadro che emerge dal rapporto Invalsi 2023 presentato oggi alla Camera, secondo il quale «si riscontra una perdurante differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Inglese listening».
I dati della scuola primaria
I dati parlano chiaro: «La scuola primaria nel Mezzogiorno – si fa rilevare- fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi. Gli esiti registrati nella scuola secondaria di primo grado confermano che si è fermato il calo degli apprendimenti in italiano e matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma non si registra ancora una decisa inversione di tendenza. Gli esiti di inglese (sia listening sia reading) sono invece in miglioramento, mentre rimangono molto marcati i divari territoriali».
Le scuole medie
Per le scuole di secondo grado, i risultati «evidenziano una contrazione degli esiti di apprendimento generalizzata nelle classi seconde, mentre per le ultime classi i risultati del 2023 indicano che si è arrestato il calo in italiano e matematica, riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma non si registra ancora l’auspicata inversione di rotta. Gli esiti di inglese (sia listening sia reading) sono invece in costante e diffuso miglioramento».
L’intervento | Meno scuole ma più grandi e tagli su presidi e amministrativi. La Calabria tra le regioni più penalizzate
Nord e Sud
In definitiva in II elementare i risultati di Italiano e di matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 e in linea con quelli del 2022. In matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base nè in II nè in V. Qui i risultati del 2023 sono più bassi degli anni precedenti, compreso il 2022, in tutte le discipline. In alcune regioni del Sud solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e 2 studenti su 3 non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese. Si confermano forti disuguaglianze al Sud sia in termini di capacità della scuola di attenuare l'effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e tra classi.
Metà dei giovani che termina le superiori non è in grado di comprendere quel che legge; solo il 51% raggiunge il livello base, con un divario tra Nord e Sud di 23 punti; in Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) raggiunge il livello base con un divario tra le aree fino a 31 punti. In Inglese il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2% rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3% sul 2022 e + 6% dal 2019).
Covid e dispersione scolastica
Il rapporto sottolinea quanto l’emergenza Covid abbia reso ancora più attuale il problema della dispersione scolastica: «Da qualche tempo - si rimarca - è sempre più evidente che particolare attenzione va rivolta non solo agli studenti che abbandonano la scuola ma anche a tutti coloro che terminano il ciclo di studi scolastico senza possedere le competenze di base necessarie, quindi a forte rischio di limitate prospettive di inserimento nella società, molto simili a quelle degli studenti che non hanno concluso la scuola secondaria di secondo grado. Tale forma di dispersione scolastica è definita dispersione scolastica implicita o nascosta.
Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5 per cento, per salire al 9,8 per cento nel 2021, probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7per cento (meno 0,1 punti percentuali). Gli esiti del 2023 confermano un più rilevante calo della dispersione scolastica implicita che si attesta all’8,7 per cento (meno 1 punto percentuale rispetto al 2022)».
«Se le prime stime Invalsi troveranno conferma negli esiti delle prove degli anni futuri, la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione senza aver conseguito titoli di studio superiori alla secondaria di secondo grado o qualifiche professionali con corsi con durata di almeno due anni (Elet) sembra avvicinarsi al traguardo prescritto dal Pnrr alla fine del 2025 (10,2%)».
Visita istituzionale | Il ministro Valditara in Calabria, prima tappa in una scuola di Lamezia: «Scelta precisa presentare Agenda Sud qui»
Scuola, differenze e opportunità: i dettagli
Troppo pochi i miglioramenti. Per la primaria, gli allievi con risultati bassi in matematica nella zona Sud e Isole passano dal 45 per cento al 47 per cento. I risultati in italiano e matematica sono in drastico calo rispetto al 2021 e al 2019, quindi anche prima del Covid.
Per la lingua inglese, la tendenza non cambia. Nell’area Sud e Isole, la percentuale di allievi che non raggiunge il prescritto A1 è doppia (reading) o più che doppia (listening) rispetto al Nord Italia. Gli incrementi che sono stati notati nel 2022 non trovano, purtroppo, riscontro nel 2023, anno in cui si è arrivati ai risultati del 2021.
Parlando di equità, ossia di differenze di opportunità, la matematica porta differenze a Sud e Isole già dalla seconda primaria e anche in quinta. Il grado di disuguaglianza tra classi, ad esempio, è pari al 26% nel Sud e Isole in matematica; tra scuole, in italiano, al Sud, è pari al 21 per cento. Nel Nord Ovest i numeri sono alquanto ridotti: si parla, in matematica, del 7 per cento tra classi e 14 per cento tra scuole.