La peggiore estate di sempre, anche peggiore di quella del 2021. Almeno per la città di Reggio. Mai prima di ora infatti la devastazione degli incendi estivi aveva fatto segnare numeri così impressionanti all’interno dei confini comunali della città dello Stretto. Una devastazione che in soldoni significa 3700 ettari di vegetazione andati in fumo nel solo comune capoluogo: macchia mediterranea, uliveti, aranceti, pascoli e campi coltivati evaporati sotto i colpi dei piromani. E in provincia è andata anche peggio, con decine di roghi che hanno colpito gravemente tutto il territorio. Con buona pace dei droni della Regione. 

Anche se gli incendi dell’estate del 2023 si sono sviluppati principalmente fuori dai confini del parco nazionale, sono proprio le guide del parco d’Aspromonte a tirare le somme dell’ennesima estate di passione che si è riproposta con il solito amarissimo copione fatto di vite spezzate, aziende agricole in ginocchio e territorio colpito a morte. Ed è l’analisi dei dati forniti dal sistema europeo Copernicus ed elaborata dagli analisti dell’associazione, che traccia i confini del disastro.

Settantaquattro incendi, 25 dei quali nel solo comune di Reggio, che in questa classifica tremenda del 2023 registra le cicatrici più profonde. E poi Motta San Giovanni, dove 4 giganteschi roghi sono riusciti a distruggere più di tremila ettari di vegetazione e San Lorenzo dove un unico fronte ha distrutto quasi 700 ettari di territorio. E ancora Melito, Bianco, Scilla, Roccella, Montebello in un elenco di devastazione che alla fine fa registrare più di nove mila ettari di territorio interessato dai roghi. Un disastro a cui si deve aggiungere – le rilevazioni si fermano al 15 settembre – il terrificante incendio che nei giorni scorsi ha sfiorato le case di Bagnara, arrivando a minacciare il porto della cittadina tirrenica.

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«Sono circa 3700 gli ettari che sono stati interessati dal fuoco nel solo 2023, nel comune di Reggio Calabria – scrive l’associazione delle guide ufficiali del Parco – Un dato che stabilisce (per il momento) un tristissimo record storico per la città in riva allo Stretto, che non aveva mai registrato una superficie così elevata da quanto sono disponibili i dati satellitari, ovvero dal 2000. Si fa addirittura peggio (a Reggio) del disastroso 2021 e ciò impone un'analisi severa sulla reale volontà ed efficacia delle politiche di contrasto agli incendi boschivi. Il fenomeno è tutt'altro che in diminuzione (come qualcuno dice) e la tendenza degli ultimi 20 anni è in aumento, sia in frequenza che in dimensioni».

La drammaticità di un fenomeno che si ripropone praticamente ogni anno salta fuori scorrendo i dati che analizzano il territorio interessato dalle fiamme nel solo comune di Reggio negli ultimi 23 anni. Solo sei le estati senza roghi in città da quando esiste il sistema europeo di rilevamento Copernicus. Per il resto, un pianto fatto di ettari e ettari di vegetazione andati perduti o seriamente danneggiati dalle fiamme: quasi 16mila ettari di vegetazione bruciati in meno di un quarto di secolo, nel solo comune di Reggio. Un disastro così frequente che anche un’estate come quella del 2022 (che seguì il disastro boschivo del 2021) venne archiviata come positiva nonostante i quasi mille ettari di territorio attraversato dal fuoco.

Ma anche se il quadro d’insieme resta drammatico, qualcosa di positivo si comincia a intravedere. Per la prima volta, e con incredibile ritardo nonostante le disposizioni di legge, il Comune intende dotarsi del catasto degli incendi, uno strumento indispensabile per fare rispettare tutti i vincoli che sorgono sui terreni attraversati dal fuoco. Sono le stesse guide del Parco a renderlo noto, annunciando una collaborazione con il Comune stesso: «Siamo stati convocati due volte, dalla commissione ambiente del Comune di Reggio – affermano – che ha discusso di contrasto e prevenzione agli incendi, ascoltato i nostri racconti, visto i nostri dati, il nostro lavoro ed il contributo che insieme a tanti altri abbiamo cercato di dare. Ebbene abbiamo riscontrato una grande sensibilità e volontà fattiva bipartisan di affrontare (per una volta si spera) la prossima stagione quanto più preparati possibile».

Il tempo per organizzarsi prima che il caldo (e i piromani) tornino a colpire c’è. Aldilà degli slogan.