C’è il via libera del Csm al trasferimento dei magistrati rientranti nella pianta organica flessibile giudicante. L’emergenza si acutizza (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il grido d’allarme del presidente del tribunale di Vibo Valentia, Antonio Di Matteo, raccolto dal Consiglio Superiore della Magistratura, con un’audizione lampo, dopo il dossier pubblicato da Lacnews24, va in forte contrasto con le ultime determinazioni di Palazzo dei Marescialli circa i trasferimenti ordinari di quei magistrati che, per la legge del “turnover”, possono richiedere di andare a prestare servizio in un altro tribunale, passati quattro anni dal giorno del loro insediamento ufficiale.
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Il tribunale di Vibo Valentia, nei prossimi mesi perderà, anziché recuperarne, altri tre giudici. La terza commissione del Consiglio Superiore della Magistratura infatti ha proposto il trasferimento ordinario, accogliendo le rispettive domande, dei giudicanti Giorgia Maria Ricotti (a Firenze), Marina Russo (a Napoli) e Mario Miele (a Salerno). Trasferimenti che rientrano nella pianta organica flessibile dei giudicanti, quindi legittimati a chiedere di cambiare luogo di lavoro, come prevedono le norme dell’organo di autogoverno della magistratura italiana.
E pensare che gli uffici giudiziari vibonesi attendevano la data del 29 novembre, quale momento di riordino parziale della pianta organica, con l’arrivo di alcuni magistrati – tra giudicanti e requirenti – che avrebbero sopperito alle partenze dei colleghi che sei mesi prima avevano lasciato il Distretto giudiziario di Catanzaro. Niente di ciò. Dal 29 novembre in poi non solo la situazione non migliorerà, ma rischia ulteriormente di peggiorare. Perché la sensazione degli addetti ai lavori è che le applicazioni extradistrettuali non colmino affatto le carenze d’organico che il tribunale di Vibo Valentia ha da troppo tempo. A ciò si aggiunge che, sempre la terza commissione del Csm, non ha ricevuto alcuna candidatura per il trasferimento ordinario presso i tribunali di Catanzaro e Reggio Calabria. Nel primo caso si tratta di due posti rimasti senza aspiranti, nel secondo invece sono tre. La domanda sorge spontanea: perché i magistrati scartano la Calabria?