«Non puoi dire di amare se non ti metti al servizio degli altri: non puoi dire di amare realmente se non sei una persona libera. Per questo la lavanda dei piedi è la firma della presenza di Cristo in mezzo a noi».

Il messaggio pasquale alla Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea – che è messaggio a tutti i credenti di ogni dove – parte proprio dal basso, dalla scelta estrema di umiltà che Gesù compie prima che la Passione abbia inizio. È la cerimonia religiosa più significativa e che, più di ogni altra, reca il vero timbro dell’amore sconfinato di Cristo per l’umanità. A monsignor Attilio Nostro, vescovo posto a capo della Chiesa vibonese, questo potentissimo messaggio di amore non sfugge. Inizia infatti esaltando proprio questo rito il presule per estendere alla Diocesi e ai fedeli il suo messaggio pasquale.

Un messaggio che attraversa tutti i momenti chiave del mistero che da 2mila anni alimenta e fortifica la fede. La Passione e la Crocefissione: «Guardando a Cristo potremo vedere una persona che umanamente è rovinata, tolta alla sua dignità, ma che resta il più bello tra i figli dell’uomo. Sulle sue labbra e nel suo cuore è diffusa la grazia di Dio. E allora, mettiamoci davanti alla Croce e chiediamo a Dio: perché hai fatto questo per me?».

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Il mistero si compie nella discesa agli inferi. E anche qui monsignor Attilio Nostro interpreta la grande forza del viaggio tra i sentieri della fede. «Cristo discende agli inferi. Non all’inferno, ma agli inferi, cioè il “luogo non luogo” in cui le anime aspettano redenzione. Il Signore va a cercare tutti, partendo da Adamo ed Eva, per portarli in Paradiso. Ecco, il lucernario segna l’apertura delle porte e l’ingresso nel Paradiso. Noi ci rivedremo in Cristo e con Cristo». E ciò accadrà proprio nel giorno di Pasqua: «Con la resurrezione il Padre restituisce tutto al Figlio che, prima, ha dato tutto all’umanità: per rispondere al suo amore gli restituisce tutto ciò che gli aveva tolto potenziato milioni di volte, dandogli così la vera gloria».

È cosi che il messaggio si ricollega nel suo insieme al Triduo Pasquale: «Auguro che la nostra Pasqua sia segnata dal servizio, dalla libertà e dall’amore. La nostra vita deve diventare una oblazione dove noi ci spendiamo per gli altri. Noi viviamo una realtà di vita nuova. E allora: facciamo insieme questa esperienza in Cristo».