Anche se l'Università è in piena “vacanza” il cuore della “Magna Graecia” di Catanzaro pulsa anche a cavallo del Capodanno. Qui, al sesto piano della struttura, il neo rettore professor Giovanni Cuda ha appena terminato una video-call con i colleghi americani, con i quali in passato ha condiviso un breve ma fondamentale percorso formativo. Nella stanza personale del Rettorato, il magnifico – quinto in ordine di successione dopo Venuta, Costanzo, Quattrone e De Sarro – accoglie volentieri LaC in un’ottica di rinnovata trasparenza e piena cognizione dell’importanza massmediatica.

Magnifico, il cosiddetto “inverno demografico” in chiave iscrizioni la preoccupa?
«Lei tocca un problema molto molto complesso e serio: è appena uscito un articolo con dati inquietanti. Il trend di iscrizioni nelle università del Sud (da Napoli in giù, capoluogo partenopeo escluso) è in netto decremento. L’Umg ha avuto una discreta performance, con iscrizioni più o meno stabili, ma è visibile la fuga di studenti e laureati verso il Nord. Perché? Non per le università: i giovani non rimangono qui perché non trovano un tessuto imprenditoriale pronto ad assorbirli. Su questo dobbiamo lavorare. Il nostro obiettivo è quindi più ampio: non solo fare una buona università, ma operare per attrarre aziende, companies, industrie».

La ricerca di osmosi col territorio che vi ospita, Catanzaro: ha fatto passi in avanti l’interlocuzione col sindaco?
«
Assolutamente sì, con Nicola Fiorita ci sentiamo molto spesso. Parliamo soprattutto di reperire spazi, di stabili che dovranno comunque essere riqualificati e ristrutturati. Confermo l’intenzione mia e del sindaco di rivitalizzare il centro della nostra città portando nuovi corsi universitari o post universitari».

Due buoni propositi, uno per la logistica uno per la didattica da portare concretamente a termine in questo nuovo anno.
«
Il campus è in posizione privilegiata: dobbiamo facilitare gli spostamenti degli studenti a raggiungerlo, da Lido, dal centro e dall’hinterland. Su questo lavoreremo tanto. Per la didattica prevediamo un ampliamento significativo delle aule, costruiremo bellissime strutture in cristallo ed acciaio portando ad esempio gli studenti di Scienze Motorie che ancora sono accampati a Gagliano presso l’Einaudi. I nuovi corsi non sono ancora accertati, lo faremo di comune accordo tra i colleghi del Coruc».

A proposito, sarà davvero l’anno della pace tra le Università calabresi?
«Ma no, non c’è stata mai la “guerra”. Quando si tratta di offerta formativa la qualità fa la differenza. Sono gli studenti poi a scegliere la migliore formazione».

Non ha fatto cenno al Pronto soccorso tra gli obiettivi: perché non è ancora certo di farlo o perché lo dà per scontato?
«Assolutamente, il Pronto soccorso lo considero già una realtà. Anzi lo sottraggo dal dibattito, non c’è alcuna azione frenante. Questa università ed i suoi medici hanno intenzione di offrire realmente una sanità buona ai calabresi ed agli italiani. Nessuna nicchia, anzi vogliamo espandere l’offerta anche ai non calabresi. In questa ottica ci troviamo in perfetta sinergia col presidente Occhiuto e la commissaria Carbone. Sono totalmente ottimista».

Vuole estendere un augurio “urbi et orbi” al suo ateneo?
«Con piacere anche se con i colleghi docenti ce li siamo già scambiati di persona. Ai miei studenti faccio gli auguri per un “venti-ventiquattro” fantastico perché loro sono la vera linfa, la ragione fondamentale e non unica di questo ateneo. Per questo voglio lavorare affinché la Magna Graecia sia sempre più accogliente e ricettiva».