Il bomber giallorosso e leader indiscusso del club del capoluogo di regione si è attestato sul secondo gradino del podio del sondaggio di LaC News24 sul “Calabrese dell’anno”: «Mi rende orgoglioso. È un’emozione incredibile giocare per la squadra che ho sempre tifato»
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Pietro Iemmello, nato a Catanzaro il 6 marzo 1992. Un ragazzo calabrese, uno sportivo, un calciatore che si è fatto valere in giro per l’Italia calcando palcoscenici importanti, dando lustro al suo talento, dimostrando il suo valore. Gli appassionati del pallone ricorderanno la doppietta segnata a San Siro contro l’Inter quando vestiva la maglia del Sassuolo in Serie A, che permise ai neroverdi di trionfare nella Scala del calcio. In totale 174 reti tra A, B, C e coppe. Da tre anni a questa parte ormai, ha scelto di tornare nella sua Catanzaro, in poco tempo è riuscito a sedersi sul trono calcistico della città a suon di vittorie, record e quello che sa fare meglio: i gol.
Re Pietro, così amano chiamarlo i tifosi, si è attestato sul secondo gradino del podio del sondaggio di LaC News24 sul “Calabrese del 2024”. Abbiamo contattato il bomber delle Aquile che si dice felice per il risultato ottenuto.
«Sicuramente è stata una notizia che mi ha fatto piacere. Mi rende orgoglioso perché vuol dire che a prescindere dal livello calcistico, comunque anche a livello sociale la mia figura esprime un qualcosa che può dar lustro alla Calabria».
L’intervista a Pietro Iemmello
Ciao Pietro. Tu sei partito a 14 anni per Firenze, hai fatto tutta la trafila nelle giovanili della viola. Poi tante esperienze, Foggia, Perugia, la Serie A col Sassuolo, il Benevento. Da tre anni sei a Catanzaro e i risultati si stanno vedendo. Il connubio Iemmello-Aquile funziona alla grande. Le emozioni che stai vivendo adesso nella tua terra, anche in virtù della tua maturata esperienza in altre realtà d'Italia e all'estero, sono diverse?
«Sono sicuramente diverse le emozioni che vivo qui a Catanzaro. Sono partito presto, giovanissimo, per cercare di trovare fortuna o spiccare il volo da altre parti ed è quello che ho fatto. Poi si è presentata questa opportunità di rientrare nella mia città e nella squadra che ho sempre tifato, grazie alla famiglia Noto che ha preso in mano questa realtà e ne sta facendo comunque l'orgoglio di tutta la Calabria e non solo. Un’opportunità che ho colto al volo. Per me è un'emozione incredibile. È sempre un orgoglio, una rivincita sociale, perché la Calabria merita anche altri palcoscenici. E devo dire che da quando sono arrivato io, parlando a livello calcistico, Catanzaro sta facendo molto bene».
Usciamo un po' dal campo. Tu sei fonte di ispirazione per tanti ragazzi. Secondo te in Calabria, in generale, i giovani hanno una prospettiva? Qual è il punto di vista di un professionista che ha girato e vissuto diverse realtà d’Italia?
«Rispetto a quando vivevo qui, a 14 anni, con certezza le cose si sono evolute, sono andate avanti e sono anche migliorate. Io ho trovato una Calabria rispetto a prima totalmente diversa, ringiovanita ma anche modernizzata. Quindi i giovani di oggi, soprattutto del Sud, possono avere anche parecchie opportunità. Non solo a livello sportivo ma anche a livello lavorativo. Basta la buona volontà, basta che ci sia la testa giusta per mettersi in discussione. Poi penso che se si ha un sogno nel cassetto, un obiettivo da raggiungere, si possa realizzare e agguantare con sacrificio e umiltà, che non deve mai mancare».
Ora, raccontaci un po' di te. Chi è Pietro Iemmello fuori dal campo?
«Sono un ragazzo normalissimo, come tutti. Ovvio che giocando a calcio diventi un personaggio pubblico e vieni visto da tante persone, da tanti bambini, anche come un punto di riferimento, ma fuori dal campo sono un ragazzo normale. Sto con gli amici, con la famiglia, con mia figlia e faccio tutto quello che fanno gli altri ragazzi. Ho un lavoro che mi permette di stare con la famiglia, perché mi alleno e poi torno a casa, il resto delle cose le faccio come le fanno tutti».
Adesso torniamo un po' al campo. La situazione per le Aquile è abbastanza positiva. Settimo posto con 29 punti, in una Serie B dove dalla terza-quarta posizione in giù regna l'equilibrio. L'obiettivo della società è quello relativo a una salvezza tranquilla e al momento sembra che la situazione sia abbastanza in linea. Ma io credo che la squadra abbia un organico e il potenziale giusto per arrivare ai play-off. Sei d'accordo?
«Io sono dell'idea che parecchie squadre quest'anno in Serie B abbiano un organico per arrivare non solo nei play-off. È una Serie B molto livellata rispetto agli altri anni, perché ci sono parecchi pareggi in ogni giornata e quindi la classifica ancora non si sta delineando come magari si è potuta delineare in altre annate. Noi dobbiamo essere bravi a mantenere questo trend, a continuare questo percorso che abbiamo intrapreso da inizio stagione e non porci limiti, ma con l'occhio sempre attento perché basta poco per ritrovarsi sotto, bisogna stare sempre vigili per cercare di mantenere quantomeno l'obiettivo iniziale che è quello della salvezza».
Sei in seconda posizione nella classifica dei cannonieri della B a quota 10 gol, a una rete da Pio Esposito dello Spezia. Il titolo di attaccante più prolifico della Serie B è un tuo obiettivo?
«È una conseguenza dell'obiettivo di squadra, perché non ci ho mai pensato a parte quando ero giovane magari. Adesso la cosa principale è il bene del Catanzaro. Poi so che se c'è il bene del Catanzaro di conseguenza si possa far bene tutti e di riflesso anche io. Però non è una cosa che né che mi assilla né tantomeno ci penso, perché è una cosa che se deve venire verrà. Magari uno inizia a pensarci poi le ultime due o tre giornate, quando sei lì, ma ora assolutamente no».