VIDEO | Le comunità della diaspora sovietica si sono ritrovate alla presenza anche del sindaco Giuseppe Falcomatà davanti alla stele in memoria dei militari che la mattina di quel 28 dicembre offrirono il loro aiuto a una città sconvolta dalla catastrofe
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Un messaggio di pace in questo tempo di guerra, ricordando una pagina tragica della storia del nostro territorio, nel 115° anniversario del terremoto del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina. A promuovere questo momento di memoria sono state le comunità della diaspora sovietica, allora unite e oggi appartenenti alle diverse nazionalità bielorussa, georgiana, kazaka, armena, russa, ucraina, residenti nella città calabrese dello Stretto. Comunità legate a quanto avvenne anche a Reggio in quel giorno di distruzione e morte.
La ricorrenza | Il terremoto del 28 dicembre 1908 e l’inferno nello Stretto: a Reggio Calabria e Messina un’alba di distruzione
Il primo soccorso alle popolazioni stremate fu offerto dai giovani militari della Marina Russa zarista che si trovavano a bordo di quattro navi in sosta nella rada di Augusta. Un’azione che, oltre ogni dovere formale, ha incarnato uno slancio di umanità verso le popolazioni tramortite dalla catastrofe. A ricordo, nel centenario del terremoto nel 2008, presso la villa comunale Umberto I è stata posta una stele.
Davanti a essa oggi le comunità bielorussa, georgiana, kazaka, armena, russa, ucraina hanno voluto commemorare in modo pubblico quel soccorso che fu il primo reso alla città, allora devastata da morte e distruzione, nella quale oggi sono integrate. Un desiderio nato dalle comunità e accolto da Franco Milasi, console della Repubblica di Bielorussia per Calabria e Sicilia, e dal sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.