Nella redazione del Reggino squilla il telefono, all’altro capo del filo una signora chiedendo un’informazione dedica all’emittente parole di apprezzamento e sostegno
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Si dice che la felicità sia nelle piccole cose,nei brevi miracoli, nei gesti che ti accendono il sorriso del cuore in pochi secondi e che riescono a cambiare totalmente il colore della giornata. Succede così, una mattina in redazione. Un giorno come un altro, anzi partito malissimo, con la temperatura rovente. E siamo solo a giugno. Improvvisamente il rapporto visivo assiduo con lo schermo del pc viene interrotto dal suono del telefono. E chi può essere? Non sono nemmeno le nove.
«È la redazione del canale 11?». All’altro capo del filo sento una voce che il mio amato accento siciliano. Mi dice la signora che è la direttrice di un centro per anziani di Messina, che i suoi ospiti amano la telenovela “Manuela” che in onda sul Lac e che, ogni giorno, puntuali come un orologio di marca svizzera, mollano tutto e non vogliono uscire, non vogliono sentire ragioni: vogliono vedere il seguito. Che tenerezza! Sì, che tenerezza ho pensato vedendoli con gli occhi della mente. Attenti, sguardo alla televisione, magari qualcuno a chiedere di alzare il volume perché non si sente. La serenità di quei minuti che spezza la routine di giornate che devono passare, mentre la loro vita di impiegati, contadini, solitari o quello che sono stati, è andata.
La direttrice mi chiede della programmazione, cerco di essere puntale e le ripeto il numero di telefono in modo che contatti chi le possa dare tutte le informazioni che le servono. E finisce qui, penserete. Vabbè voleva l’orario della telenovela per gli anziani. E no. Perché inaspettatamente la gentile signora fa i complimenti per l’emittente «Che a Messina si vede benissimo ed è molto seguita». Frasi fatte. No. E la prova arriva subito dopo. «Abbiamo seguito la diretta delle elezioni ieri sera, siete bravi e preparati». E poi le parole che aprono il cuore: «Vi ringrazio per quello che fate, per l’informazione che condividete, per come amate il vostro lavoro e vi auguro di crescere ancora». Mi mettono ko quelle parole sincere e sentite. Riesco solo a dirle che è un grande dono.