«Sono stato costretto a fare domanda per la Procura di Napoli. Il 16 maggio del 2024 finisco di fare il procuratore di Catanzaro. Questo significa che prima di quella data devo trovare un posto, perché altrimenti rimango qui come sostituto e non potrò neanche occuparmi della Direzione Distrettuale Antimafia». Così Nicola Gratteri ha risposto quando Paola Bottero, verso la fine del tour nella nuova sede della Procura di Catanzaro in piazza Stocco, in esclusiva per le telecamere del nostro network, gli ha fatto la domanda che in tanti si pongono da qualche tempo: se la prossima destinazione del magistrato sarà nella procura campana, tutto il lavoro per completare una sede così prestigiosa sarà consegnato ad un altro procuratore.

L’antico edificio del quattrocento, nato come convento degli Osservanti ed utilizzato come sede dell’ospedale militare dalla fine dell’ottocento, era chiuso dal 2000. Gratteri lo aveva detto al suo insediamento a Catanzaro, il 16 maggio del 2016: risparmiamo il milione e settecentomila euro che paghiamo di affitto nella sede di piazza Matteotti, spostando la Procura in un luogo più grande e facilmente raggiungibile da tutti. Da allora ha lavorato superando i “mugugni” di chi voleva che si creasse un centro culturale, ha ottenuto che il Demanio ne trasferisse la proprietà al ministero della Giustizia, lo ha fatto ristrutturare con un restauro conservativo tra un team di architetti e la Soprintendenza, infine ha organizzato lo spostamento di tutti gli uffici. Il trasloco è stato completato, i nuovi uffici sono tutti operativi. Per l’inaugurazione ufficiale, che il procuratore vorrebbe organizzare nel chiostro, serve ancora un po’ di tempo, un paio di mesi al massimo, necessari a completare i dettagli, come l’impianto di condizionamento, e portare l’edificio a pieno regime.

Una sede molto bella, luminosa, prestigiosa. Che Gratteri potrebbe lasciare presto, se venisse scelto tra i candidati alla guida della Procura di Napoli ed accettasse la nomina. Ha presentato domanda nei giorni scorsi – i termini scadono domani, 12 settembre – ed entro la fine dell’anno arriverà la decisione su chi succederà a Giovanni Melillo, ora procuratore Nazionale Antimafia.

Perché Gratteri pensi di andarsene da Catanzaro se lo domandano in molti, da tempo. La domanda ora è diventata ancora più frequente. Il fatto è che l’incarico di procuratore generale dura quattro anni e può essere rinnovato una sola volta: da Catanzaro se ne dovrebbe andare comunque nella primavera del 2024, a meno di non rimanere come sostituto procuratore, carica con cui ha iniziato a compiere le operazioni antimafia che lo hanno fatto diventare il magistrato più seguito in Italia. Erano i primi anni Novanta, a Locri. Oggi trent’anni dopo, le cose sono cambiate.

Nicola Gratteri lo spiega con semplicità: «A me piace fare indagini, ma quando sei abituato per anni ad organizzare ed impostare il lavoro, non è facile rimettersi a fare il sostituto procuratore. E peraltro non potrei fare il sostituto della Dda: dovrei fare quello ordinario. Non è facile. È come un ingegnere o un architetto che si mette a fare il manovale». Non il geometra, «perché il geometra ha potere decisionale, il sostituto non ha potere organizzativo, deve solo fare le indagini, deve solo istruire un procedimento». E quindi addio a Catanzaro? «Mai dire mai».