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REGGIO CALABRIA - Non è uno che le manda a dire Nicola Gratteri. Chiaro, diretto, trasparente, come sempre. Senza peli sulla lingua, il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria bacchetta il ministro dell’Interno Angelino Alfano che con il suo piano nazionale contro la ‘ndrangheta aveva promesso l’invio di 800 uomini in Calabria. Ed invece? “Alfano ci ha detto che avrebbe portato 800 uomini, ne sono arrivati una ottantina". Parola di Nicola Gratteri che nel corso della prima serata della rassegna Tabularasa va giù duro contro il capo del Viminale e osserva: “Dove prende - ha aggiunto - tutto questo personale di cui parla? Se qui non manda persone qualificate, per raggiungere il numero che fa? Trasferisce i ragazzi freschi di scuola perché imparino il mestiere? La 'ndrangheta è una cosa seria, noi abbiamo bisogno di investigatori in grado di lavorare ad una informativa, ci servono le auto che non abbiamo e non grandi numeri. Non posso consentire a nessuno, chiunque sia, di raccontare storielle ai calabresi".
Il retroscena. Nel corso della serata Gratteri svela anche i retroscena sulla proposta formulata da Matteo Renzi che all’atto della costituzione del governo lo voleva ministro della Giustizia. Fu contattato da Graziano Del Rio, al quale il procuratore aggiunto della Dda di Reggio disse: “Rischio tutto, ma voglio carta bianca”. Che per Gratteri significava avere il potere di smontare e rimontare il ministero della giustizia, modificare i codici, varare alcune iniziative tese a contrastare con efficacia la criminalità organizzata, realizzare un suo sogno: varare un sistema giudiziario che finalmente funzioni. “Il mio non è stato un sì facile. Non ho dormito quella notte. Renzi ci teneva tantissimo perché sa che sono più pazzo di lui e che avrei ribaltato tutto".
Ddl contro la 'ndrangheta. Il piano di Renzi sfumò, come si sa, in extremis. “Ma a breve – annuncia Gratteri – faremo dei disegni di legge alla portata di tutti e poi si vedrà chi in parlamento dirà di sì e chi sarà titubante. Una serie di iniziative, mirate a contrastare sempre con maggiore efficacia la criminalità organizzata partendo fin dall'infanzia, con riforme scolastiche serie e non con gesti simbolici".