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«Una giustizia tempestiva per tutti in ogni settore, come pure sarebbe fisiologico, è oggi impossibile, in Italia e nel nostro stesso distretto. Da qui le giuste lamentele di chi subisce direttamente le conseguenze di ritardi talvolta anche gravi». È questo uno dei passaggi salienti della relazione del presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, cerimonia tenutasi nell’auditorium della scuola allievi carabinieri “Fava-Garofalo”, a cui hanno preso parte anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti, e il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.
Una relazione molto schietta, quella di Gerardis, che non si è persa dietro freddi numeri, ma ha passato in rassegna con grande franchezza tutti gli aspetti positivi e negativi esistenti all’interno del distretto giudiziario di Reggio Calabria.
Ritardi e priorità. E quello dei ritardi della Giustizia è stato un tema centrale sviscerato dal presidente Gerardis, che ha anche rimarcato come le particolari condizioni ambientali presenti a Reggio Calabria, «l’ingiustificata rassegnazione rispetto ad uno status quo da modificare profondamente, l’inefficienza o almeno i ritardi di organi che collaborano con l’amministrazione giudiziaria, sono ulteriori elementi che appesantiscono e rendono ancora più problematico l’esercizio della giurisdizione. Da qui l’immagine di una giustizia talvolta lenta e farraginosa».
E non manca neppure un’esortazione ai palazzi del potere: «Gli organi centrali dello Stato devono prestare una costante attenzione a ciò che accade nel nostro territorio; non solo promettere, ma essere conseguenti con i fatti anche rispetto alle analisi che da loro stessi vengono talvolta fatte. Se l’affermazione di legalità nella provincia di Reggio Calabria, compresa la sconfitta definitiva della ‘ndrangheta, è una priorità assoluta, non si possono negare tutte le risorse necessarie allo scopo, tenendo conto dei livelli davvero insoliti raggiunti da chi, con l’illegalità, deturpa l’immagine di una popolazione. Le ultime decisioni del Consiglio superiore della Magistratura e del Ministero della Giustizia, vanno proprio nel senso auspicato».
‘Ndrangheta e invisibili. Ed a proposito di ‘ndrangheta, Gerardis non ha dubbi: «È sconfortante che da decenni sempre le stesse famiglie continuino a gestire organismi criminali, per di più in posizione di vertice, ed i loro componenti ritornino più e più volte anche a distanza di un lungo tempo a rendere conto di attività frequentamente illecite». Il presidente ha espresso una prima valutazione su quando la Dda di Reggio Calabria sta portando avanti in questi ultimi mesi: «Se troveranno piena e definitiva conferma le inquietanti prospettazioni di procedimenti già avviati ed in corso, dovrà affermarsi che il ramificato sistema di potere ‘ndranghetista trova a livelli di vertice una componente occulta o riservata con funzioni strategiche, composta anche da esponenti delle istituzioni e delle professioni, capace di condizionare la vita politica ed economica della città e dell’intera regione».
Poi, rivolgendosi alla società civile, il presidente ha ricordato come sia stato «avviato un percorso di riscatto morale di questa terra che passa attraverso il contributo di tutti. Il momento è assai propizio, anche se ancora il cammino è aspro e lungo». Infine, la citazione di Gandhi per dare uno sprone definitivo: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo».
Le cifre. Quanto ai numeri, si segnalano questi dati essenziali: oggi la corte d’Appello di Reggio Calabria ha 4 posti vacanti, fra cui quello del presidente della sezione lavoro ed uno di magistrato distrettuale; il Tribunale di Reggio Calabria accusa la mancanza di nove magistrati, tra cui un presidente di sezione, oltre ai 9 posti in ampiamenti di organico; il Tribunale di Palmi 5 posti tra cui quello di presidente del Tribunale; il Tribunale di Locri 10 posti di giudice; al Tribunale dei Minorenni, infine, devono ancora prendere possesso due magistrati sui quattro previsti in organico. Quanto al personale di cancelleria, serve un solo dato a far comprendere la situazione: al Tribunale di Reggio, c’è una scopertura di funzionari giudiziari pari al 41,67%.
Il durissimo monito ai colleghi. Proprio partendo dai dati e dal fatto che quasi nessuno decide di venire in Calabria, Gerardis ha lanciato un affondo pesante anche nei riguardi di alcuni colleghi: «Oggi manca probabilmente nella stessa magistratura quella tensione ideale che un tempo ha consentito di coprire immediatamente, con slancio, posti di prima linea. Penso, ad esempio, a quanto è accaduto a Palermo durante la stagione delle stragi. Certo, quella era una situazione estrema per la quale si era mobilitato l’intero Paese. Oggi non sembra costituire stimolo sufficiente lo sradicamento di un fenomeno come la ‘ndrangheta, che sta infiltrando gran parte dell’Italia e, non sembri esagerato, corrodendo la stessa democrazia: cos’altro è infatti, a tacer d’altro, l’inquinamento delle assemblee elettive e l’alternazione dei meccanismi di formazione del consenso elettorale se non uno svuotamento della democrazia effettiva?».
Consolato Minniti