Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la Violenza sulle Donne. Istituita dall'Onu nel 1999, intende sensibilizzare l'opinione pubblica su argomenti purtroppo sempre attuali come quelli della violenza di genere e del femminicidio. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

I dati dell'Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un'altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. Nel mondo solo 119 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 sul 'sexual harrassment' (le molestie a sfondo sessuale). E in Italia, secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Nella maggior parte dei casi gli abusi vengono vissuti all’interno delle mura di casa e i carnefici sono fidanzati, mariti, ex partner, parenti o conoscenti.


Per l'occasione vi riproponiamo le storie di alcune donne calabresi uccise brutalmente dalle mani del loro uomo.


La Storia di Adele Bruno

Il 31 ottobre del 2011, a Lamezia, per mano del suo ex ragazzo, moriva Adele Bruno, uccisa a poche ore dal suo compleanno. La classica storia di femminicidio, una delle tante che leggiamo e ascoltiamo quotidianamente. Perchè Adele è stata uccisa da un uomo che giurava di amarla, che voleva tornare con lei, perché senza non poteva vivere. Daniele Gatto si era costruito un alibi, fatto di vestiti lavati e passeggiata sul corso perché lo si vedesse, di telefonate e messaggi sul cellulare di Adele che aveva, poco prima, lasciato morta ai piedi di un ulivo.

http://lacnews24.it/15088/guglielmo-mastroianni/in-ricordo-adele-bruno.html

 

La Storia di Fabiana Luzzi

Il ventiquattro maggio 2013, veniva uccisa e poi bruciata viva dal suo fidanzato, la sedicenne Fabiana Luzzi. Davide Morrone, forse per un rifiuto o per una parola di troppo, dopo aver portato Fabiana in un casolare abbandonato nelle campagne di Corigliano Calabro l'ha uccisa con 20 coltellate all'addome e poi bruciato il corpo con la benzina. Pochi giorni dopo l'efferato delitto confesserà tutto agli inquirenti non risparmiando nessun dettaglio. Morrone, è stato condannato in primo grado a 22 anni di reclusione,pena poi ridotta in appello a 18 anni.

 

La storia di Mary Cirillo

Il 18 agosto scorso a Monasterace, nella Locride, Giuseppe Pilato, un commerciante di 30, uccideva con due colpi di pistola, uno in bocca e l'altro alla tempia, la moglie, Mary Cirillo, di 31 anni con la quale aveva avuto quattro figli. Era una vera e propria ossessione quella che Pilato aveva nei confronti della moglie, era convinto dell'infedeltà di Mary. L'ha perseguitata, pedinata, le ha persino sequestrato il cellulare per controllarla fino a quando, accecato dalla gelosia, le ha sparato due colpi di pistola. Il processo a carico dell'uxoricida è iniziato nel settembre scorso.

 

La storia di Tiziana Falbo

Era una domenica di novembre quando, a causa di una lite scoppiata per futili motivi, Nicola Sorgato uccide, strangolandola e poi colpendola con un cacciavite, la compagna Tiziana Falvo di 37 anni. La relazione tra di due, iniziata da cinque anni, non andava più bene, Sorgato, forse a causa delle perdita del lavoro era diventato ossessivo e possessivo nei confronti di Tiziana, a tal punto che, il 14 novembre 2010 nella loro casa a Settimo di Montalto Uffugo, la uccide strangolandola. Sorgato è stato condannato a dieci anni di reclusione.

 

La Storia di Maria Rosaria Sessa

 

Lei lo aveva lasciato, lui non si rassegna e la uccide con 5 coltellate mentre lei tenta disperatamente di fuggire. E' la storia di Maria Rosaria Sessa, 27 anni, giornalista, originaria di Rosarno ma che lavorava in una tv locale di Cosenza, "Metrosat". Ad ucciderla un uomo, Corrado Bafaro, troppo ossessivo, con un carattere troppo violento e di cui Maria Rosaria era ormai stanca. Ed è stato proprio il rifiuto della donna a ricominciare la relazione cha ha fatto scatenare l'ennesima lite, sfociata nel terribile omicidio. Il corpo di Maria Rosaria è stato ritrovato nell'auto mentre Bafaro si è dato alla fuga. Il suo corpo, in avanzato stato di decomposizione, verrà ritrovato, quattro mesi dopo, all’interno di una villetta, a Fiumefreddo Bruzio, una località balneare della costa tirrenica. Bafaro si è suicidato, probabilmente poche ore dopo aver massacrato a coltellate la compagna.