La grande passione del 24enne è l'Etna ma ultimamente è stato anche in Islanda: «I vulcani sono la mia vita»
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Giorgio Costa è un ragazzo di 25 anni. Da quando aveva tre anni è appassionato di vulcani, tanto da specializzarsi in Scienze Geofisiche, per poi passare giorni e notti a studiare l’Etna. Raccogliendo tantissimi dati, catturando immagini spettacolari, facendo ricerche importanti. Giorgio è uno studioso siciliano, ama la Calabria, sa benissimo che i vulcani hanno sempre condizionato la vita di Sicilia e Calabria, come i terremoti (vedi quello devastante degli inizi ‘900 che distrusse Reggio e Messina). E poi c’è lo Stromboli che influenza molto il Tirreno calabrese. E il Marsili? Ne parliamo a breve, con qualche sorpresa.
Giorgio è un ragazzo che se potesse vivrebbe a…bordo vulcano! «Io dico che la passione che nutro per i vulcani sia da sempre innata in me. Avevo appena tre anni quando si accese in me questa vera e propria attrazione nei confronti di queste forze della natura e da allora ho sempre l'ho sempre alimentata. Non mi ci è voluto quindi molto per capire che per poter fare dei vulcani la mia vita, non potevo fare altro che diventare vulcanologo. Per questo motivo ho intrapreso gli studi universitari presso l'Università di Catania, con la Laurea Triennale in Scienze Geologiche e poi la Laurea Magistrale in Scienze Geofisiche. Il prossimo obiettivo è il dottorato di ricerca, che inizierò a breve, con l'obiettivo di coronare questo sogno di infanzia».
L’Etna è la sua grande passione. Ma anche l’oggetto dei suoi studi. Nel corso degli ultimi anni l'Etna ha permesso a Giorgio di realizzare una parte dei suoi sogni, che coltivava sin da bambino. Ora ha anche realizzato un sogno un po’ ‘folle’ ma esaltante. Vediamo qual è. «Meraviglia, stupore, fascino, a volte anche un po' di timore, non nascondo. Questo è quello che ho provato maggiormente. Come ho già detto in precedenza, sono cresciuto col desiderio di diventare vulcanologo e ancor di più, con quello di assistere al maggior numero di eruzioni possibili. Ho passato letteralmente interi anni ad immaginare cosa si potesse provare a trovarsi in prima fila di fronte ad una fontana di lava o accanto ad una colata incandescente. Oggi che finalmente lo so, non potrei essere più felice di così. L'Etna rappresenta la mia fonte inesauribile di passione. Nella mia vita mi auguro di poter visitare parecchi vulcani, ma l'Etna avrà sempre un posto privilegiato in me perché è qui che sono cresciuto ed è merito suo se oggi sto continuando a inseguire i miei obiettivi».
Qualche giorno fa, grazie all’assenza di lava sull’Etna, è arrivato fuori dai confini etnei. E così è finito nella terra del ghiaccio e del fuoco. Detto così si avverte un brivido di piacere ma per i profani anche di paura.
Per Giorgio è l’ennesimo sogno che si è trasformato in pura realtà.
“L'Islanda penso rappresenti la meta da sogno per qualsiasi geologo. È una terra viva, ma allo stesso tempo selvaggia e già da diversi anni sognavo di poterla raggiungere. Questo viaggio in Islanda è stato inaspettato nel vero senso della parola. Fino a pochi giorni fa non era neanche nei miei progetti immediati, eppure, grazie a questa nuova eruzione iniziata recentemente nella penisola di Reykjanes, con il mio professore di Vulcanologia, nonchè relatore delle mie tesi di laurea, abbiamo deciso di partire all'avvenuta per goderci lo spettacolo offerto da queste terra meravigliosa. E ne è valsa davvero la pena».
L’uomo deve la vita ai vulcani. Che però storicamente hanno portato anche catastrofi impressionanti. Sicilia e Calabria sono circondate da vulcani, anche sotto il livello del mare. Un destino comune, come per il tragico terremoto dell’inizio ‘900 che distrusse Reggio e Messina. C’è da avere paura.
«I vulcani sono fonte di distruzione e di vita e questo processo va ormai avanti da miliardi di anni sulla Terra. In Italia sappiamo bene di avere questo 'privilegio' di vivere in una zona particolarmente attiva geologicamente parlando, sia da un punto di vista vulcanico che sismico. Eruzioni e terremoti ci sono sempre stati e ci saranno sempre, e a volte potranno creare danni, per cui diventa fondamentale imparare a difenderci. Per far ciò è importante conoscere i processi che producono questi fenomeni ed imparare come comportarci quando si verificheranno.
Ogni giorno, molti di noi ci mettiamo nel traffico stradale, la maggior parte in macchina. Lo facciamo con una certa routine: perché l'abbiamo imparato, perché è una cosa quotidiana. Gli incidenti stradali e i morti sulla strada ci sono, però abbiamo lavorato tanto negli ultimi decenni per rendere il traffico più sicuro. Lo stesso principio si deve applicare nella nostra vita su un pezzo di Terra che si muove e che può produrre eventi distruttivi. Questo è il segreto per non avere più paura di questi eventi».
L’Etna e lo Stromboli sempre attivi, ma poi… chissà il Vesuvio. Da anni Campi Flegrei sono agitati e molto pericolosi. Ma c’è un vulcano che potrebbe scatenare l’inferno, del quale poco si parla: il Marsili, il vulcano sottomarino più esteso d’Europa, localizzato nel Tirreno meridionale.
«Personalmente penso che del Marsili se ne parli fin troppo (sorride). Sicuramente in Italia abbiamo vulcani ben più pericolosi del Marsili. Senza dubbio anche questo è un vulcano da considerarsi attivo, che ha prodotto attività eruttive fino a qualche migliaia di anni fa. Tuttavia, non è che per questo sia un vulcano straordinariamente pericoloso e la probabilità che avvenga un'eruzione disastrosa è alquanto bassa».
Giorgio Costa è un giovane con una formazione culturale prevalentemente scientifica e una laurea magistrale in “Scienze Geofisiche”. Passa i suoi giorni studiando e ‘vivendo’ i vulcani. Passandoci anche notti intere. Sono passioni importanti, innate, ma certamente molto utili per studiare come convivere con i vulcani attivi, con i terremoti, i maremoti. Da tutto ciò viene morte e distruzione, ma per quanto possa sembrare difficile da comprendere, viene anche la vita. Anche sotto nuove forme.
Come ora ci insegna questo giovane e incontenibile vulcanologo.