L’interruzione della circolazione dalle 22 alle 6 sulla Jonio-Tirreno obbliga i mezzi in transito a deviare sulla strada alternativa che però presenta forti criticità. La prima conseguenza è stato un calo drastico dei clienti provenienti dalla Piana. Reale (consorzio albergatori): «Un colpo di grazia»
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C’è la chiusura notturna della strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno al centro della puntata di mercoledì di Dentro la notizia, condotta su LaC Tv da Enrico De Girolamo con il collegamento sul campo di Tonino Raco.
«I lavori non erano più rimandabili a causa del deterioramento strutturale dettato dagli anni trascorsi, ma abbiamo lavorato con tutte le istituzioni per ridurre al minimo i disagi. Tanto che ogni notte noi montiamo il cantiere del traforo e ogni mattina lo rismontiamo per consentire il passaggio del traffico». Arrivata a quasi un anno di distanza dai primi annunci di immediato intervento, i lavori per il consolidamento delle due gallerie più importanti presenti sulla statale che collega la Locride alla Piana sono finalmente partiti nello scorso fine settimana e l’architetto Domenico Curcio, responsabile Anas per la rete stradale, ha difeso la scelta di intervenire sui cantieri solo di notte, veicolando il traffico tra le 22 e le 06 del mattino, lungo la vecchia provinciale che risale la montagna. «La verità è che manca un’alternativa valida - ha detto ancora Curcio - e con questo intendo un’altra strada statale in grado di assorbire i volumi di traffico della trasversale. Resta comunque il fatto che sul percorso alternativo ci sono tutte le condizioni di sicurezza».
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Di parere diverso i tanti cittadini del comprensorio che, alle telecamere di LaC, hanno raccontato dei propri timori nel dovere utilizzare, di notte, una strada di montagna disegnata nel secolo scorso e dal percorso tortuoso e privo di illuminazione.
«La chiusura della strada – ha detto Maurizio Reale, vice presidente della Jonica Holidays, che associa la maggior parte delle strutture ricettive e di ristorazione della Locride - ha già avuto un impatto economico devastante sul territorio. Per noi, dopo la ripartenza seguita al Covid, potrebbe essere il colpo di grazia». A pagare per primi i costi della chiusura notturna – per i prossimi 18 mesi – tanti ristoratori della riviera dei Gelsomini, che da anni erano riuscititi a ritagliarsi un posto tra le mete preferite in regione per i banchetti nuziali: «La chiusura notturna della Limina, con il traffico deviato su una strada alternativa che è poco più di una mulattiera, hanno scoraggiato tantissimi nostri clienti. Fino ad ora, abbiamo registrato decide e decine di disdette per banchetti nuziali e cerimonie che erano già stati programmati. La nostra clientela della Piana di Gioia Tauro è praticamente scomparsa e dai primi dati, temiamo di trovarci davanti ad un danno di 60, 70 milioni di euro di mancati guadagni. Un intero comparto in ginocchio».
In questi primi giorni di cantieri aperti, la vecchia provinciale 5 che collega il territorio di Mammola a quello di Cinquefrondi sul versante tirrenico, sembra reggere il traffico. Lontani dai flussi consistenti del periodo estivo, la vecchia arteria, tra mille problemi tiene ancora botta: «I lavori si erano resi ormai inevitabili e per ora non abbiamo riscontrato problemi sul percorso alternativo – ha raccontato il sindaco di Mammola Stefano Raschellà – ma i giorni sono ancora pochi per una valutazione complessiva. Monitoreremo l’evolversi della situazione e valuteremo in che termini affrontare l’aumento del traffico nel periodo estivo. Restiamo comunque fiduciosi».
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Sul tanto tempo perso tra l’annuncio della chiusura e l’inizio effettivo dei lavori, è tornato anche Tropeano, rappresentante del comitato “Jonio-Tirreno”: «Non possiamo ridurci sempre al novantesimo per affrontare i problemi – ha raccontato alle telecamere di LaC – noi auspichiamo la costruzione di un by pass che possa evitare simili problemi in futuro, anche se l’unico intervento risolutivo sarebbe la costruzione di una seconda canna del traforo. Certo ora l’alternativa alla Jonio-Tirreno passa per un sentiero che risale ai tempi degli antichi greci. Bene che vada, sarà un’Odissea».