Due lavoratrici coraggiose e impegnate anche nel sociale: «Oggi si fa ancora tanta fatica a far valere i nostri diritti, ma c’è un grande risveglio dell’orgoglio femminile e questo ci fa ben sperare»
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Due donne coraggiose e instancabili. Cosi diverse, ma con la stessa determinazione. In vista dell'otto marzo raccontiamo oggi le storie di Francesca Caruso e Antonella Gullà. Giornalista e conduttrice televisiva la prima. I telespettatori l’hanno vista più volte nei format de LaC Tv. Appassionata di enogastronomia, si occupa della valorizzazione dei prodotti di eccellenza calabresi. Ma Francesca è soprattutto presidente e fondatrice dell’associazione Onco Med di Cosenza, un insieme di specialisti e volontari che si occupano di prevenzione e orientamento per i malati oncologici. Un’attività questa che fa di lei e della sua associazione un punto di riferimento per chi ha bisogno e non ha mezzi. Un sostegno fondamentale quando si parla di terribili malattie, spesso difficilmente guaribili.
L’intervista | Dal buio della malattia alla mano tesa verso chi ha più bisogno, così Francesca Caruso ha dato vita a Onco Med
Francesca vive costantemente fra impegno sociale e attività professionale. E crede molto nel ruolo delle donne. «L’8 marzo dovrebbe essere ogni giorno, ma oggi si fa ancora tanta fatica a far valere i diritti delle donne. Noi lo vediamo quotidianamente sul campo. Ricordare il valore di un essere umano, donna o uomo che sia, non serve un solo giorno».
Le difficoltà quotidiane sono tante. «Per ogni cosa a una donna è necessaria una grande forza, poi la necessità di sgomitare per farsi spazio e una grande tenacia. Le donne non hanno bisogno di “mance” ma delle gratificazioni dovute». Francesca la si vede spesso all’ospedale di Cosenza insieme alle altre volontarie dell’associazione. Fanno visita ai malati oncologici, portano sostegno e li aiutano a superare i momenti più difficili.
Da Cosenza a Crotone, Antonella Gullà è una giovane e dinamica imprenditrice agricola. Da qualche anno è molto attiva nella sua azienda, a stretto contatto con l’ambiente e la natura. Fianco a fianco con il marito Gabriele Benincasa. «Purtroppo, dice Antonella, noi donne a volte siamo prese dalla sindrome della crocerossina: speriamo sempre nel cambiamento di alcuni uomini/ padroni».
Il discorso scivola sui tanti omicidi di donne: «D’amore non si muore, si muore di possesso e di sopraffazione. Questo non è amore», afferma Antonella con sicurezza ma anche con amarezza.
Antonella lavora duramente tutta la giornata: «Il mio essere donna non mi ha mai favorito anzi ho sempre dovuto dimostrare di valere il doppio degli uomini sia nel lavoro che in altri ambiti». E poi la constatazione che la donna paga un prezzo troppo alto per il suo impegno: «Essere donna mi ha danneggiata in ambito lavorativo. Ci sono alcune situazioni in cui ancora oggi essere “maschio” aiuta. Anche davanti a due carriere di egual valore, l’uomo ha sempre una chance più della donna. E questo amareggia molto».
C'è ancora tanto da fare per superare antichi steccati. «C’è davvero ancora tanto da lavorare in Calabria come in qualsiasi altra parte del mondo. Ma da noi c’è un grande risveglio dell’orgoglio femminile e questo ci fa ben sperare».
Francesca e Antonella, due donne coraggiose e impegnate. Due facce della stessa medaglia, quella che porta la data dell’8 marzo. Una festa che loro celebrano tutto l’anno. Nella consapevolezza che non possono permettersi nemmeno un giorno di pausa.