La situazione è ancora complessa e la battaglia sarà lunga, ma la strada giusta è stata imboccata. La lotta all’inquinamento ambientale in provincia di Vibo Valentia, l’area della Calabria a maggiore vocazione turistica, non conosce ostacoli e rilancia le sue ambizioni indagando lo stato di salute non soltanto del mare, ma soprattutto dell’entroterra. Dopo la presentazione del dossier “Fiuminforma”, a cura di Legambiente, l’analisi dello stato dell’arte è stata resa possibile dal format di approfondimento Dentro la Notizia, a cura della redazione giornalistica di LaC News24 e condotto da Pier Paolo Cambareri: un appuntamento che stavolta ha virato sulla tutela del patrimonio naturalistico del territorio in vista della bella stagione e dell’arrivo di centinaia di turisti italiani e stranieri che si apprestano a prenotare le vacanze proprio nella “Costa degli dei”.

In studio con Cambareri il responsabile del Circolo di Legambiente di Ricadi, Franco Saragò, uno tra gli storici attivisti del movimento; con l’inviata Cristina Iannuzzi, alla foce del torrente Sant’Anna di Bivona, un altro gigante delle battaglie ambientaliste, Pino Paolillo del Wwf. Il confronto, convergente, tra le parti è stato intervallato dai contributi giornalistici a cura della stessa Iannuzzi che ha proposto le interviste al procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo, alla responsabile regionale di Legambiente Anna Parretta e a quello proveniente dal nazionale, Enrico Fontana. E inoltre l’intervista al dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria Salvatore Siviglia.

Un concetto è emerso chiaro nel corso del format: i fiumi di Calabria e quelli vibonesi che sono stati “indagati” dagli attivisti di Legambiente non sono messi affatto bene. Ed è il motivo per il quale, ora, la Regione invierà i suoi forestali proprio a controllare e monitorare i fiumi all’interno dei quali, secondo quanto denunciato in diretta da Franco Saragò, finisce veramente di tutto: rifiuti urbani, copertoni e plastiche per non parlare di condotte fognarie (anche comunali) che riversano il tal quale della depurazione. Una depurazione che ancora è sotto misura rispetto alle reali esigenze del territorio che, però, senza finanziamenti, non riuscirà a uscire facilmente dal regime di infrazione contestato dall’Unione Europea.

Ecco, dunque, l’appello a proseguire tanto sulla strada della denuncia quanto su quella della prevenzione unendo le forze e mettendo tutti gli attori interessati attorno a un tavolo: ambientalisti, enti locali, Regione e Procura per dare una svolta definitiva. Una svolta possibile, ha rilevato Pino Paolillo del Wwf: le battaglie intraprese negli anni ’80, oggi, iniziano a dare i propri frutti. E se ne parla al contrario di quanto accadeva vent’anni fa, quando a fronte di denunce sulla salubrità compromessa delle acque si sollevavano sommosse con l’accusa di danneggiare il turismo. Lo stesso sistema turistico che, oggi, è invece interessato a partecipare attivamente a prevenzione e bonifiche considerato che si arricchisce, arricchendo poi il territorio, proprio grazie al turismo sempre più esigente e concorrenziale in fatto di benessere ambientale. Una puntata di servizio, insomma, per rilanciare il tema della tutela di mari e montagne grazie al contributo crescente dei giovani e dei giovanissimi e delle scuole che sopperiscono finalmente alle cattive abitudini cui erano avvezze le precedenti generazioni.

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