Il consueto taglio del nastro ha dato il via, dopo un biennio di stop causa Covid, alla due giorni del presepe vivente di Guglielmo, caratteristico borgo di circa trecento anime situato nel territorio di Acri, nel Cosentino. La sacra rappresentazione, giunta alla sua sesta edizione, è organizzata dall’associazione culturale “Il Faro – Pietro Fusaro” con il patrocinio del Comune di Acri, della Regione Calabria e attraverso il contributo di molte attività imprenditoriali locali.

Un salto nel passato che coinvolge settanta figuranti, da bambini ad anziani, e si snoda lungo un percorso di quasi un chilometro, realizzato nell’incanto di uno scorcio naturale incastonato tra la montagna acrese e con vista sulla piana di Sibari e dunque sul mare Ionio. 

Le scene di epoche antiche, che hanno lo scopo di far rivivere le tradizioni e gli antichi mestieri, si svolgono all’interno di 20 casette, costruite per l’occasione dai volontari dell’associazione “Il Faro”, attiva con iniziative culturali e sociali dal 1996. I protagonisti sono gli abitanti del borgo, personaggi di ogni età che in abiti d’epoca fanno rivivere spaccati di vita quotidiana. Lungo il percorso, infatti, è possibile incontrare contadini, pastori, massaie e tanti altri personaggi della nostra tradizione, dal fabbro che lavora il ferro al falegname, finanche l’anziana che prepara il sapone.

Tra i personaggi dell’edizione 2022 del presepe vivente di Guglielmo, c’è anche la donna che realizza tessuti attraverso la lavorazione della ginestra che cresce in modo spontaneo ad abbondante in zona. Il percorso si conclude con la stella cometa che indica la suggestiva capanna della Natività, con tanto di bue e asinello. 

Lungo il percorso, non manca lo spazio riservato alla gastronomia. C’è infatti la possibilità di acquistare del vino locale, la ricotta fresca preparata in loco dal massaio, ma anche panini con carne o salsiccia, la tradizionale “pitta calda”, ma anche patate fritte, per finire agli immancabili “cullurialli”. Tutti questi prodotti, a chilometro zero, possono essere pagati con una speciale valuta realizzata ad hoc per la manifestazione.  All'ingresso, infatti, i visitatori hanno la possibilità di cambiare i soldi con delle monete di creta utilizzabili per pagare i prodotti gastronomici. 

«L'idea del presepe è nata quasi per gioco - dice il presidente dell'associazione culturale "Il Faro" Giorgio Sposato -. Tutto ciò rappresenta, sia il momento per rievocare la nascita di nostro Signore, che l'occasione per promuovere turisticamente il territorio. Nel corso delle passate edizioni abbiamo infatti registrato un totale di circa 35mila presenze».

«Grazie al presepe - continua Sposato - riusciamo a richiamare un grosso seguito di visitatori, che hanno la possibilità di ammirare le bellezze caratteristiche del nostro borgo, ma anche di conoscere le tradizioni della nostra comunità e le piccole attività imprenditoriali del posto, molte delle quali impegnate nel settore agricolo e della ristorazione».