VIDEO | A San Nicola da Crissa accesi i riflettori sugli anni che precedettero la strage di Capaci e sul tradimento subito da pezzi dello Stato
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“Vita e persecuzione di Giovanni Falcone” si intitola il nuovo libro di Claudio Martelli, presentato a San Nicola da Crissa su iniziativa dell’amministrazione comunale. Edito da La Nave di Teseo, 364 pagine, il racconto documentato dall’ex ministro di Grazia e Giustizia si riferisce al periodo precedente e successivo alla strage di Capaci, nel 1992, e arriva fino ai giorni nostri con la versione che il leader socialista offre intorno al processo sulla “trattativa Stato mafia”. I 435 giorni che il giudice visse al ministero, chiamato proprio da Martelli a dirigere gli Affari Penali, diventano anche l’occasione per fornire elementi sull’umanità di un rapporto personale e di collaborazione, che ridà onore alla politica che – attraverso le scelte dell’allora vice segretario nazionale del Psi – lanciò una inedita “guerra permanente” contro la mafia. «Fu lo stesso Falcone che in vita parlò di persecuzione e calvario – ha detto Martelli – commentando le scelte che il Csm aveva fatto e dicendo di sé di sentirsi come un bersaglio offerto alla mafia».
Delegittimazioni, ostacoli, bocciature che Falcone aveva subito, dall’interno della magistratura, e dalle quali Martelli parte per affermare che «non faceva dormire sonni tranquilli a quanti in Sicilia per paura o per ignavia non erano abituati a contrastare Cosa Nostra». Martelli ha spiegato la ragione profonda che l’ha mosso, ovvero «la constatazione che alle celebrazioni, impunemente, partecipano ancora tanti che in vita lo perseguitarono e da morto si considerano addirittura suoi eredi».
Nella sua ricostruzione, Martelli inserisce anche gli snodi del dibattito politico intorno alle riforme che Falcone immaginava – la nascita di Dda e Dna, il successivo varo del 41 bis, oppure le conseguenze dell’avvento del 416 bis – allungando la lista dei persecutori anche a una parte della sinistra e pezzi dell’informazione. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Condello, a dialogare con l’autore del libro sono stati il giornalista di LaC, Agostino Pantano, e l’avvocato e docente di Diritto del sistema penitenziario, Agostino Siviglia.
Quest’ultimo, nel considerare quello di Martelli un contributo straordinario che «rende giustizia ad una figura che non può essere ricordata solo per il suo martirio, ma va segnalata anche per il tradimento che subì da parte di chi invece lo doveva proteggere», ha sottolineato «l’attualità di un libro che ripercorre anche il dibattito intorno al carcere duro, ovvero di temi che ancora oggi richiedono al parlamento una decisa presa di posizione per gli adeguamenti che servono». La presentazione del libro è stata preceduta dall’inaugurazione di una struttura sportiva dedicata ai giudici Falcone e Borsellino. «Questo doppio evento – ha concluso il sindaco – si inserisce nel filone che abbiamo lanciato per segnalare alle future generazioni quei valori di vera giustizia incarnati da figure come Falcone, che era giusto riprecisare grazie al lavoro di uno dei principali protagonisti della storia politica del nostro Paese». Il ciclo di presentazioni del libro farà tappa oggi a Catanzaro.