“Europa: i rifugiati sono nostri fratelli”. Questo il titolo dell’incontro organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze in programma oggi 9 dicembre e domani 10 dicembre presso la Casina Pio IV in Vaticano. Il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha preso parte all’iniziativa insieme ad altri 80 sindaci provenienti da tutto il mondo, partecipando anche all’udienza privata con Papa Francesco. L’incontro servirà ad attirare l'attenzione internazionale sulla minaccia alla stabilità mondiale rappresentata dal crescente numero di rifugiati sul nostro pianeta, un numero che al momento supera i 125 milioni.


«Guardare al dramma dei rifugiati oggi - ha dichiarato il Sindaco Falcomatà durante il suo intervento - significa soprattutto interrogarsi sulle cause che generano il fenomeno. Il benessere e lo spirito consumistico che caratterizzano la parte ricca del mondo impongono una grande responsabilità: evitare le conseguenze nefaste generate dalle guerre, dallo sfruttamento dei popoli e dalle enormi sperequazioni sociali che esistono tra nord e sud del mondo. Non è un compito che possiamo relegare esclusivamente alla politica internazionale o alle organizzazioni non governative. Ognuno di noi, attraverso la sua coscienza, ha il dovere di interrogarsi su una questione che ci chiama in causa in prima persona.


«Offrire assistenza ai rifugiati e ai richiedenti asilo è un compito che va affrontato secondo una logica d’insieme che chiama in causa prima di tutto l’Europa nella sua identità unitaria. E’ in quest’ottica che va gestita la macchina dell’accoglienza, attraverso una rete di sicurezza e di protezione del diritto che possa andare oltre le singole nazionalità. I migranti non sono una questione italiana, francese o spagnola. Ritengo sia giunto il momento di individuare i nodi di una rete europea costruendo una serie di Entità nazionali deputate alla cooperazione, che devono essere dotate dei poteri e degli strumenti necessari ad osservare, studiare e gestire il fenomeno delle migrazioni e la protezione dei rifugiati, superando le specifiche competenze oggi in capo a diversi Enti. 


In questo quadro il ruolo delle città e delle amministrazioni comunali risulta fondamentale, in quanto enti più prossimi ai bisogni dei cittadini e primi garanti dei diritti inalienabili della persona umana. I Sindaci - ha aggiunto Falcomatà - in quanto rappresentanti della Comunità si trovano spesso a gestire questi processi senza avere nel novero delle loro possibilità le competenze e gli strumenti necessari. Come rete dei Sindaci italiani abbiamo posto oggi una serie di obiettivi da perseguire con il supporto della comunità internazionale: la creazione di corridoi umanitari, l’accoglienza diffusa sui nostri territori che coinvolga anche i piccoli centri attraverso la creazione di nuclei ridotti e commisurati alla popolazione residente, l’esigenza di sicurezza delle nostre comunità, la tutela delle persone vulnerabili a partire dai minori non accompagnati, il rispetto della legalità sui luoghi di lavoro e la lotta allo sfruttamento ed al lavoro nero, la conoscenza culturale ed infine una politica di sviluppo sostenibile necessaria a ridurre il divario economico con i luoghi d’origine e fare in modo che vengano meno i motivi che spingono milioni di persone ad abbandonare la loro terra per cercare fortuna lontano da casa». 


Costruire ponti e non muri - ha concluso il Sindaco di Reggio Calabria - questo l’obiettivo da perseguire se vogliamo evitare che si scateni l’odiosa guerra tra poveri che molto spesso genera sentimenti razzisti, conservatori e retrogradi, andando a mescolarsi con il peggior populismo utilizzato da una politica sempre più povera di prospettiva e sempre più fondata sulla paura e sull’odio verso l’altro. E' una delle sfide della nostra era, una strada da percorrere con grande responsabilità e con il supporto della comunità internazionale».