L’anno per il quale le lancette hanno smesso di battere è stato contraddistinto dal segno meno per l’economia calabrese. I prestiti alle aziende nel 2016 sono diminuiti, l’accesso al credito non ha avuto grandi slanci e gli imprenditori hanno avuto poca propensione ad investire.

A disegnare lo scenario, secondo i dati diffusi da Bankitalia, è soprattutto il termine “credit crunch” con il quale si indica la stretta creditizia, il restringimento dell'offerta di credito da parte degli intermediari finanziari, in particolare le banche, nei confronti delle imprese. Un ostacolo per le aziende che in questo modo non sono riuscite a capitalizzare quanto raccolto tramite la debole ripresa registrata. Da un lato il Pil che cresce, dall’altro i prestiti alle imprese che vanno giù di un punto percentuale e mezzo.

 

A subire di più le porte chiuse delle banche è il settore agricolo. A dirlo è il report dell'Osservatorio Regionale sul Credito Agricolo. Soprattutto negli ultimi tre mesi del 2016 i prestiti alle aziende agricole sono andati giù , specie quelli a lungo termine.

 

Da un lato le banche che stentano a rilasciare prestiti, dall’altro gli imprenditori che hanno poca voglia di investire quanto messo da parte con l’esile ripresa. Insomma, per la Calabria i tempi migliori devono ancora arrivare.

Tiziana Bagnato