Prima lo screening e poi la consegna del saturimetro collegato via bluetooth a una app specifica. Se scatta l'alert il malato viene contattato e si provvede all’ospedalizzazione (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Un rapporto a distanza che dovrebbe funzionare al punto da evitare ricoveri inutili o procrastinati. Così la telemedicina attivata al livello regionale da pochissimo è arrivata a dare una mano agli ospedali e anche ai pazienti. «La telemedicina Covid sta lavorando bene, l’abbiamo attivata sia in dimissione che in carico all’Adi (l’assistenza domiciliare integrata) per i pazienti in ossigeno Covid» spiega Giovanni Malomo, responsabile dell’Uosd Pneumologia Territoriale e Ossigenoterapia dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
A Cosenza al via da giovedì nelle Rsa
A Cosenza la pratica partirà da giovedì anche nelle Rsa e a fare da apripista sarà una piccola struttura di San Lucido dove si sono riscontrati dei pazienti positivi. Insomma da questa settimana qualunque Rsa potrà inoltrare la richiesta e ricevere assistenza. «Basta avere la app e il saturimetro, fare il giro dei pazienti e trasferire i dati via bluetooth, è semplicissimo. Ora, in provincia di Cosenza, in dimissione protetta abbiamo 10 i pazienti che stanno usufruendo di questo servizio».
Come funziona
Nelle strutture non medicalizzate ci saranno infermieri e Oss che invieranno i dati, gli altri dovranno provvedere autonomamente scaricando la app e trasmettendo i risultati. In soldoni: una persona si ammala di Covid, non sta così male da richiedere il ricovero, contatta l’Usca, l’Adi Covid o un medico ospedaliero, poi si provvederà ad attivare, se necessario, l’iter per l’avvio della telemedicina. Successivamente riceverà il saturimetro e l’indicazione della app da scaricare con la password di accesso. Per 15 giorni il paziente trasmetterà i dati al centro di controllo (delle tre centrali operative in Calabria due sono a Cosenza all’Asp e all’ospedale Annunziata), che è attivo h24. Se scatta l’alert, cosa che avviene quando i valori scendono oltre il livello di guardia, il malato viene contattato e si provvede all’ospedalizzazione.
«Abbiamo iniziato questa pratica al livello regionale da poco e posso dire che sicuramente darà buoni risultati a patto di non trovarci ancora nel mezzo di un’altra ondata, in quel caso non ci sarà telemedicina che tenga».