L'apertura del dossier diocesano sulla vita, le virtù e fama di santità del sacerdote avviene dopo circa un anno di lavori preliminari, culminati con il nulla osta da parte della Santa Sede
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A 33 anni dalla sua morte, prende il via il 10 settembre, alle 10.30, presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, l'Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità di don Italo Calabrò, sacerdote della diocesi di Reggio Calabria-Bova. Educatore e insegnante nel seminario diocesano, assistente dei giovani d'Azione Cattolica (Giac) e poi degli Uomini Cattolici (Fuic), Calabrò fu segretario e direttore dell'Ufficio amministrativo diocesano, cerimoniere del Capitolo Cattedrale, viceparroco e, dal 1964 sino all'ultimo istante della sua vita, parroco di San Giovanni di Sambatello dove dispose di essere sepolto.
A 24 anni, Calabrò è già canonico. Giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale dal 1959 al 1974 è stato anche ispettore di religione per l'Italia Meridionale dal 1965 al 1971. Presidente dell'Opera Diocesana Assistenza (Oda) dal 1955, è nominato presidente della Caritas Diocesana fin dalla sua fondazione, nel 1970, e ne è Delegato Regionale dal 1971 al 1985. Cofondatore della Caritas Italiana, per diversi anni ricopre la carica di vicepresidente nazionale. Conosciuto come il Parroco "che si prodiga per gli ultimi", Italo Calabrò nel 1971 è nominato Vicario episcopale per le attività assistenziali e caritative.
Dal 1974 è anche Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Reggio-Bova. La sua missione sacerdotale è dedicata prevalentemente ai poveri e ai giovani. Insegna religione fino al 1979 in diversi istituti cittadini. L'apertura dell'Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e fama di santità di don Italo Calabrò avviene dopo circa un anno di lavori preliminari, culminati con il nulla osta da parte della Santa Sede.