«Il noi è fondamentale. Diffidate di quelli che sanno tutto. Ci siamo sempre impegnati per il noi, liberamente dettato dalle coscienze. Solo unendo le nostre capacità e le nostre competenze la speranza di cambiamento diventa forza di cambiamento. Questo procedere uniti è più urgente che mai oggi. Si mettano da parte le divisioni, i protagonismi, mettiamoci in gioco per il bene comune, la libertà e la dignità del nostro paese».


È quanto affermato da Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, intervenendo alla XXII Giornata della memoria e dell'impegno, che ha continuato: «Insieme alle mafie il male principale del nostro paese resta la corruzione. Tra criminalità organizzata e criminalità politica e criminalità economica è sempre più difficile distinguere. Lo dicono le inchieste. Dobbiamo rompere questo intreccio e spezzare l’omertà. Le mafie non uccidono solo le persone. Ma le vittime sono anche le persone vive, a cui le mafie tolgono la dignità. I servizi sociali, la scuola, restano il primo antidoto alla peste mafiosa. La nostra costituzione è il primo testo antimafia. Non può essere esercizio retorico. I nostri cari sono morti per la nostra libertà, per un ideale di democrazia che abbiamo il compito di realizzare.


E poi rivolgendosi agli uomini e alle donne della ‘ndrangheta e della mafia: «Che vita è la vostra? Ricordate che Papa Francesco ha chiesto ai mafiosi di convertirsi, di abbandonare il male. Diteci almeno dove avete sepolto le vittime. Vi chiedo e vi auguro di avere questo scrupolo, questo sussulto di coscienza, che può essere l’inizio di un percorso di vita e non di morte».