«Una farmacia, un ufficio postale, una chiesa, un presidio di legalità, anche una casermetta con un mini-contingente di carabinieri, e una scuola. Lo si è sempre identificato così un piccolo centro, soprattutto in Calabria e nell'intero Mezzogiorno. Ma, dopo aver assistito negli ultimi anni alla chiusura di tante postazioni dell'Arma e succursali delle Poste oltreché di altre importanti strutture, domenica si rischia di assistere anche alla disparità di trattamento fra gli istituti scolastici delle grandi città e quelli delle località montane. Che già, come premesso, nel tempo sono state oggetto di numerosi tagli e sono adesso attese dall'appuntamento del cosiddetto dimensionamento». È quanto sostiene Uncem Calabria in una nota.

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«Il 15 ottobre, infatti - prosegue l'Unione dei comuni montani - costituisce il termine ultimo per presentare il piano che ogni Provincia deve inviare alla Regione appunto per razionalizzare, verbo a noi peraltro poco gradito, la composizione e quindi la distribuzione delle classi sui territori. Un provvedimento che rischia di avere un significativo impatto sulle comunità locali. Soprattutto con
riferimento ai comuni montani che perderebbero così ulteriormente la loro identità. E del resto, per farsi un'idea, basti pensare a quanto tale atto abbia creato malumori nelle maggiori città calabresi per rendersene conto. Eppure, se in alcune grandi realtà, può anche legittimamente esserci in gioco un fatto di pennacchio, non è certo in ballo il… campanile per le piccole cittadine. Dove la formazione di una classe con un numero, anziché un altro di alunni, può avere degli effetti tutt'altro che secondari. Anzi, semmai il contrario. E questo lo si è denotato quando, in passato, si è tolta a tanti alunni la possibilità di seguire le lezioni nel proprio luogo d'origine».

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«Una decisione talvolta obbligata che ha penalizzato quei luoghi dove gli spostamenti, in particolare in inverno, sono molto difficoltosi. Se non addirittura impossibili, non potendo contare su linee di bus che coprano determinate fasce montane e alto-collinari. Adesso, però, non è di questo che si parla. Bensì, come premesso, di salvaguardare e tutelare il più possibile le scuole dei comuni montani al cui fianco, come ovvio, l'Uncem regionale si schiera contro ogni eventuale taglio o accorpamento che potrebbe recar danno agli enti locali associati o alle popolazioni studentesche dei territori dell'entroterra».