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Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata dalla redazione de “Gli Intoccabili” e rivolta all’avvocato Giuseppe Caristena che nei giorni scorsi aveva chiesto formale rettifica dell’articolo pubblicato sulla nostra testata:
"Gentile Avvocato Caristena,
da quando ci siamo interessati ai fatti riguardanti Ferdinando Caristena, abbiamo cercato scrupolosamente documenti sulla vicenda umana e processuale. Le rinnoviamo, proprio a seguito di questa consapevolezza, il nostro massimo rispetto per Lei e la Sua famiglia in merito ad una perdita che, giustamente, Lei definisce dolorosa, anche per le circostanze che l'hanno accompagnata.
Tutto nasce da una preziosa citazione del libro di Umberto Ursetta, Vittime e Ribelli, edito da Pellegrini Editore e distribuito in tutte le librerie italiane, che di seguito riportiamo:
"[...] E come se non bastasse, si vocifera anche che Ferdinando oltre ad avere una relazione con Donatella ne abbia una pure con il fratello Gaetano, il che rende ancora più urgente il desiderio di cancellare quella vergogna che intacca irrimediabilmente il prestigio di chi si ritiene un uomo d'onore".
Non poteva essere diversamente, visto che anche nella sentenza viene riportato:
"Nel corso del sofferto esame, accompagnato da ammonizioni presidenziali a rispettare l’impegno di verità assunto, il Caristena ha anche negato di avere parlato al P.M., nell’immediatezza del fatto, della presunta omosessualità del fratello, provocando una seconda significativa contestazione delle sue precedenti dichiarazioni, rimasta insuperata per l’ostinata smemoratezza, del seguente testuale tenore: “Ero al corrente delle voci sulla presunta omosessualità di mio fratello, ma ho sempre evitato di fargli domande in proposito… Escludo peraltro che egli fosse affetto da AIDS” (v. il verbale cit.)".
E ancora:
"Le dichiarazioni di Raso Annunziato e la loro intrinseca attendibilità. [...] Finalmente, con molta riluttanza, il collaboratore chiarisce il motivo per il quale il Caristena era indesiderato come parente dei Mazzitelli e degli Albanese: il Caristena era omosessuale, se ne parlava dappertutto in paese ed anche alla masseria (ricorda che ne parlarono Mico Molè e Tonino Albanese); aveva avuto rapporti omosessuali perfino con Gaetano Mazzitelli".
In questo passaggio il pentito Raso viene dichiarato "intrinsecamente attendibile"
Ma in fondo qual è la cosa importante in tutta questa vicenda? Il fatto che il Vostro congiunto sia stato ucciso a causa di un pregiudizio. Noi abbiamo pensato di ricordare Ferdinando Caristena per questo e non in quanto gay. Vera o no, la sua omosessualità diventa secondaria. E se Klaus Davi ha fatto un comunicato in tal senso è solo perché dal libro e dai documenti emergevano questo tipo di indicazioni.
La famiglia è ovviamente libera di esprimere la propria opinione e anzi Vi ringraziamo per averlo fatto, ma questo non può cambiare, né impedire, né tanto meno, in qualche modo, censurare la natura della nostra battaglia ovvero sia promuovere l'intestazione di una via in memoria di Ferdinando Caristena, vittima del pregiudizio.
Detto questo non saremo comunque noi a decidere. Il 25 novembre saremo a Gioia Tauro per incontrare il Sindaco Giuseppe Pedà e l'assessore Francesco Toscano e proporre loro l'idea, La decisione finale e la scelta delle modalità le lasciamo alle autorità.
Infine, in merito alla frase riportata da alcuni siti che "dedicare una via a una persona scomparsa, per quanto lodevole come iniziativa, potrebbe collidere con la sensibilità e la discrezione dei famigliari sulla vicenda" , ci permettiamo di ricordare che in una società come la nostra il ricordo di una persona, vittima di 'ndrangheta, non deve essere ridotto a mera forma privata soprattutto quando tale memoria diviene testimonianza soprattutto se la sua fine, per quanto dolorosa, può servire a migliorare l'esistenza di chi vive. Questo, a nostro avviso, rende onore a un sacrificio e a un'esistenza.
Restiamo a vostra totale disposizione per un dialogo costruttivo in merito alla nostra iniziativa".