A Gasponi, un piccolo paesino situato a pochi chilometri da Tropea, in provincia di Vibo Valentia, vive Francesco Di Bella, conosciuto da tutti come il "Bianchetto", un nomignolo datogli quando era piccolo perché era biondo e molto chiaro di carnagione. Uno di quei soprannomi che nei paesini calabresi si usava dare e che Francesco ha trasformato nel suo nome d’arte.

Appena quindicenne - erano gli anni ‘70 - lasciò Drapia, il suo paese natio, e si trasferì a Roma in cerca di lavoro. Qui iniziò a lavorare in vari ristoranti come lavapiatti. La sua voglia di imparare un mestiere era così forte che cominciò ad osservare i cuochi, riuscendo pian piano a diventare lui stesso un cuoco.

La svolta arrivò grazie ad una signora che andava spesso a mangiare in quel locale: un giorno lo chiamò e gli chiese di prendere un caffè insieme. In quell’occasione gli propose di lavorare per lei; il giovane Francesco all'inizio rifiutò, ma appena la signora gli fece la proposta di prendere la stessa paga che prendeva per un mese ma alla settimana, allora accettò. Il suo primo lavoro nei set cinematografici fu in Marocco, dove con una cucina da campo cucinò sul set del film L'ultima tentazione di Cristo, per tutti anche per il regista Martin Scorsese e l'attore Willem Dafoe. Successivamente nel 1990 viene chiamato anche sul set del film Il Padrino III, cucinando per tutto il cast, dal regista Francis Ford Coppola ai vari attori, Al Pacino, Andy García, Sofia Coppola e anche Raf Vallone, l'attore tropeano che interpretava la figura del Cardinale Lamberto.

Francesco ci racconta che un giorno si avvicinò all'attore dicendogli che anche lui era calabrese, di Drapia, un piccolo paesino situato sopra Tropea, e l'attore orgoglioso del suo corregionale, gli chiese di cucinare un piatto di fileja con fagioli. Quando furono, pronti Raf Vallone chiamò Francis Ford Coppola e Al Pacino per far assaggiare quel piatto calabro e, una volta assaggiato, gli fecero tutti i complimenti.

Ma un giorno durante le riprese, Francesco preparò degli spaghetti con i broccoli e, convinto di avere un altro successo, fece invece un disastro perché Al Pacino non amava i broccoli, così si avvicinò chiedendogli di fargli il piatto che a lui piaceva di più, spaghetti aglio olio e peperoncino con il formaggio pecorino. Da quel giorno diventarono grandi amici e al termine delle riprese del film, Al Pacino gli regalò una sua gigantografia scrivendogli una dedica "Al mio cuoco Francisco", che oggi è esposta nel suo ristorante.

Ma Francesco non è stato solo il cuoco dei vip del cinema ma anche del Papa Wojtyla, oggi San Giovanni Paolo II. Oggi Francesco è in pensione ma orgoglioso di essere rientrato in Calabria e di aver aperto un ristorante con i sacrifici fatti da giovane: "Il Giardino" a Gasponi, nel Vibonese, che ora è gestito dai suoi figli.