VIDEO | Presentato il primo report di fondi ministeriali e della comunità europea, completamente spesi, per la internalizzazione della formazione dell'istituto superiore crotonese
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Erasmus più arricchisce la vita ed apre la mente, è il motto a cui l’Istituto Superiore Pertini Santoni di Crotone tiene più di tutti; coinvolgendo quasi tutti gli indirizzi commerciali tecnici e professionali come il Turistico ma anche con l’offerta del Liceo Artistico e soprattutto spendendo tutte le risorse ministeriali e della Comunità Europea che il progetto Erasmus+ gli ha messo a disposizione, la scuola crotonese può dire di avere aperto un varco importantissimo verso e dall’Europa.
La dirigente Annamaria Maltese, coinvolgendo direttamente il personale ATA, coinvolto anche nella formazione, docenti e studenti, ha presentato dettagliatamente le esperienze vissute in Estonia, Svezia, Malta e Portogallo che, a loro volta, hanno anche già inviato loro rappresentanti nella città di Pitagora. Inclusione e diversità, sostenibilità ambientale, educazione digitale e partecipazione attiva nella rete delle organizzazioni Erasmus gli ambiti dentro cui si è spostata, non solo fisicamente, l’intera popolazione scolastica che direttamente ha coinvolto 65 di essa da e per paesi europei che spesso offrono eccellenze in ambito digitale oltre che palestre fondamentali per l’apprendimento della lingua per cui l’Istituto ha anche avviato un percorso di certificazione che sarà presto aperta anche all’esterno.
Un vero e proprio percorso minuzioso e capillare di internazionalizzazione dell’offerta formativa, che oltre ad ospitare ragazzi da scuole svedesi ed estoni ha già portato anche in Portogallo ed a Malta buone pratiche calabresi, oltre che includere quelle arrivate ed in fase di implementazioni che proseguiranno fino almeno al 2027: «siamo particolarmente felici di aver già speso tutti gli oltre 60.000 euro che abbiamo avuto a disposizione garantendoci il massimo margine a disposizione per i prossimi 4 anni -specifica la dirigente Maltese- così come il grande bagaglio di conoscenze acquisito dal personale ATA che non a caso è coprotagonista oggi, ci sta permettendo di seguire il corposo e giustamente rigido programma che fa acquisire certificazioni, grazie anche agli Ambasciatori scuola ed adulti ed al dottor Francesco Graziani che con tutta la segreteria ci permette di essere puntuali ed autorevoli in sede di interlocuzione diretta e burocratica con Ministeroi e struttura Erasmus».
Un gioco di squadra fondamentale che la professoressa di lingue Ornella Pegoraro tiene a sottolineare come sempre in working progress «noi siamo sentinelle del territorio - specifica l’Ambasciatrice scuola ed adulti - e dobbiamo essere pronti a coinvolgere i soggetti con meno esperienze e che potranno, a loro volta, trasferirci altre opportunità di condivisione». Ed in linea a questo sentiment, che poi è tra le righe di visione dell’Erasmus nella sua originaria concezione c’è la testimonianza degli studenti che, ancora prima sono ragazzi: «tra le esperienze didattiche più affascinanti c’è stata l’opportunità di approfondire il tema dell’intelligenza artificiale - racconta Massimo Villirillo del quinto anno ATT – ma indimenticabili sono state le esperienze a colazione o mentre facevamo sport con le iniziali difficoltà a comprendersi che poi sono state quasi immediatamente superate da momenti di divertimento puro».
Una presentazione che ha trovato dunque pronti all’ascolto Provincia e Comune che con la dirigente ai servizi sociali e l’Assessore alla Cultura erano presenti assieme a tante delegazioni di altri istituti anche di scuola media che ha consentito di approfondire uno dei programmi più vincenti dell'Unione europea nel campo dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport che ora sta facendo vivere al Pertini Santoni il periodo 2021-2027. Per una istruzione e formazione inclusive e di alta qualità, così come proprio l'apprendimento informale e non formale, forniscono ai giovani e ai partecipanti di tutte le età le qualifiche e le competenze necessarie per una partecipazione attiva alla società democratica, la comprensione interculturale e una transizione proficua verso il mercato del lavoro che tenga conto, al tempo stesso, le opportunità di sviluppo personale, socioeducativo ed ovviamente professionale, di quelli che troppo spesso solo a parole vorremmo diventassero anche cittadini europei.