Negli occhi del giovane di Serra San Bruno la passione per un'arte antichissima. Un esempio di forza e determinazione per un lavoro fatto di sacrifici e tanta dedizione
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«Ciao, sono Cosimo Scrivo, un ragazzo di 25 anni di Serra San Bruno. Faccio il carbonaio, il lavoro più duro al mondo. Ma io sono felice così». Cosimo è un ragazzo forte e orgoglioso. Instancabile, particolarmente intelligente e consapevole, dalle idee chiare e nette. È di Serra San Bruno, un piccolo centro della provincia di Vibo Valentia, dalla storia importante, dove è sbarcata Terra mia, il format in onda su LaC Tv tutte le domeniche alle 12.
Di generazione in generazione
«Una volta preso il diploma di geometra, non ho voluto più continuare gli studi e ho deciso di intraprendere l’arte del carbonaio, - racconta Cosimo - visto il grande interesse che ha avuto per me questo mestiere, sin da bambino». L’inclinazione per questa arte, come la definisce Cosimo, lo ha spinto a farsi assumere presso l’azienda Carbon Sud, leader nel settore: «Si, perché la mia famiglia è una famiglia di carbonai. Mio padre è un carbonaio, mio nonno era un carbonaio e il mio bisnonno anche».
La Carbon Sud produce ed esporta carbone, utilizzando la tecnica che si tramandata da generazioni. Tale tecnica, antichissima, della carbonaia permette di togliere la quantità corretta di ossigeno al processo di combustione della legna. Il processo di carbonizzazione dura dai 15 ai 16 giorni e permette di produrre un carbone con pregevoli caratteristiche chimico-fisiche. È un lavoro durissimo, che richiede grandi capacità e un’attenzione costante 24 ore al giorno. Come ci conferma il giovane carbonaio: «Forse il carbonaio è uno dei lavori più duri al mondo. Ma nonostante tutto l’impegno e i sacrifici che ci sono dietro questo mestiere, sono contento della scelta che ho fatto».
Il lavoro dei carbonai
«Grazie all’esperienza di mio padre e alla passione che ho verso il carbone, - racconta ancora il 25enne - sono riuscito a imparare velocemente tutto ciò di cui c’è bisogno per poter svolgere nel migliore modo possibile questo lavoro».
Infatti Cosimo si muove tra fumi, carboni e cataste di legno sulla montagna che ospita diverse carbonaie attive: «Ho 25 anni e attualmente non ho pensato di fare altro, mi trovo bene con le persone con cui lavoro, soprattutto perché sono insieme a mio padre e a mio zio. Forse non lo farò per tutta la vita, perché è un mestiere dove c’è bisogno di aiuto, e visto l’impegno costante che ci vuole anche la notte, nessun ragazzo oggi vuole svolgere questo lavoro, ma per il momento continuerò a fare l’arte del carbonaio».
Un lavoro complicato che si svolge allo stesso modo da secoli, dove forme di automazione sono di fatto impossibili. «Il mestiere del carbonaio è sempre lo stesso, è un lavoro che si è sempre fatto tutto manualmente e sarà così per sempre. Non si può cambiare nulla».
Assistenza h24
Non è un modo di dire. Ma il carbonaio non può mai abbandonare il proprio posto di lavoro: «Ogni notte il carbonaio deve recarsi sul posto dove lavora per controllare la carbonaia. La carbonaia va assistita h24. Il carbonaio dopo aver finito la sua giornata lavorativa, mediamente 2-3 volte a notte va a controllare se tutto procede nel migliore dei modi».
Cosimo si lascia fotografare seduto ai margini della sua carbonaia, avvolto dai fumi, con uno sguardo forte e soddisfatto. La carbonaia, del resto, è il suo trono. Cosimo è un esempio di forza e di determinazione. «Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro», come canta Bertoli.
Vai avanti ragazzo, abbiamo tutti qualcosa da imparare da te.