La modernissima chiesa inter-parrocchiale S. Benedetto di Lamezia Terme (disegnata dal compianto Portoghesi) ospita una due giorni di lavori che interessano un tema quanto mai attuale ed incisivo. Il termine tecnico è "skill mismatch" ovvero il divario tra domanda ed offerta di lavoro in relazione ai bisogni delle aziende e le competenze dei lavoratori. A favorire l'approfondimento della tematica - delicata in tutta Italia - la Fondazione Antonio Emanuele Augurusa intitolata ad un ragazzino allora dodicenne morto a Filogaso (Vibo Valentia) nel 1998 colpito da una porta di calcio in alluminio. 

Fondazione Augurusa

«Da quella tragedia sono nati germogli positivi a livello caritativo e abbiamo messo in piedi con il motto Charitas Omnia Vincit modelli di restituzione generativa basati sulla educazione e l'inclusione sociale – afferma Francesco Augurusa, fratello di Antonio Emanuele e promotore della Fondazione – Uno di questi modelli è il modello Virtus Lab che avvicina le imprese ai lavoratori, facilitiamo la formazione e la qualificazione e dall'altro lato sviluppiamo anche sviluppo sostenibile per le aziende».

Tragedie come quelle di Antonio Emanuele negli anni sono purtroppo continuate: la sicurezza dei luoghi pubblici per ragazzi è migliorata in questi anni? «Credo – dice Augurusa – che ci sia tanta strada ancora da percorrere. Ci chiamano da ogni parte d'Italia e devo dire a livello globale riconoscono la Fondazione come un punto di riferimento. Quindi tanti impianti ancora sono da rivedere, negli oratori, nella pubblica amministrazione, quindi nei comuni. Oggi creiamo una grande alleanza proprio per andare a contrastare questo problema anche di mala amministrazione».

Nel lunghissimo elenco di partecipanti alle varie sessioni in programma fino a domani tantissimi contributi di ministri in carica ed ex, sottosegretari ed alte istituzioni locali. Comprese, ovviamente le organizzazioni sindacali, datoriali, dei rettori universitari e dei sindaci di comuni capoluogo.

L’ex ministro Galletti

Fra loro, in presenza, l'ex ministro dell'Ambiente e del Mare Gian Luca Galletti, presidente dell'Ucid, l'Unione cristiana imprenditori e dirigenti che sostiene l'iniziativa. «Il mismatch è un grosso problema – dice a LaCnews24 – che incide tantissimo, da una media del 40% fino al 70% del settore meccanico. Questo vuole dire che su dieci dipendenti le aziende ne trovano solo tre perché gli altri candidati non hanno competenze idonee. Allora è chiaro che ci vuole un grande sforzo nella formazione, nel fare in modo che i giovani lavoratori abbiano le competenze per poter andare a lavorare in queste aziende. Noi oggi ci poniamo proprio questo tipo di problema. Come fare a instaurare un meccanismo virtuoso che aiuti questo divario e lo facciamo nella traccia della dottrina sociale della chiesa, perché l'imprenditore non deve essere solo un lavoratore tecnicamente preparato, ma deve avere anche i valori e da avere la forza morale per poter svolgere quel lavoro».

Il passo più lungo chi deve farlo, l'imprenditore o il lavoratore? «Si vince insieme – chiosa Galletti – Imprenditore e lavoratore non possono essere divisi l'uno dall'altro. L'impresa è fatta dall'azionista che ci metti soldi, dall'imprenditore, che ha l'idea, ma è fatto anche dai dipendenti che ci lavorano. Questi tre soggetti devono lavorare insieme e devono essere pronti alla grande sfida che è quella della tradizione ecologica, della tradizione digitale. Ma, come oggi, c'è bisogno di questa grande alleanza».