Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Il solenne momento istituzionale e civile è stato preceduto da un incontro informale al Museo diocesano di Arte Sacra e del Codex, in cui mons. Marcianò è stato accolto dall’Arcivescovo mons. Giuseppe Satriano alla presenza dei sacerdoti della Diocesi.
Un momento voluto per consentire a mons. Marcianò di prendere visione dei lavori di restauro del Museo diocesano da lui avviati, nonché di poter ammirare dal vivo, sfogliandolo, dopo il sapiente lavoro di restauro, il Codex Purpureus Rossanensis, patrimonio dell’umanità, il cui iter di riconoscimento presso l’Unesco è stato avviato proprio dall’Ordinario Militare d’Italia nel corso del suo ministero presso la Diocesi di Rossano-Cariati.
A suggello della visita mons. Satriano ha donato all’ormai concittadino rossanese, un calamaio, forgiato appositamente per l’occasione, con il simbolo del Codex.
“Siamo felici e onorati del gesto fatto dall’Amministrazione comunale di Rossano – ha dichiarato mons. Satriano nel suo breve saluto nel chiostro del Museo - Oggi torna a casa un figlio di questa terra e il dono che gli abbiamo consegnato vuole essere a perenne ricordo di questa chiesa e del Codex ringraziandolo per l’amore che ha profuso attraverso la sua opera”.
Le parole espresse da S.E. mons. Santo Marcianò
“Carissimi amici, con profonda commozione, accolgo la Cittadinanza Onoraria di Rossano, da tempo da voi voluta e preparata. È un momento bello, significativo; e anche per me si accompagna al ricordo e alla riconoscenza.
E sono davvero tante le persone alle quali devo e voglio esprimere riconoscenza profonda e sincera.
-Ringrazio anzitutto il primo Cittadino di Rossano, il Sindaco Stefano Mascaro, la cui persona conosco da tempo, assieme al ricordo della sua cara famiglia.
-Ringrazio il Presidente del Consiglio Comunale, avvocato Rosellina Madeo, assieme a tutto il Consiglio. Come è stato ricordato, nel tempo, con le diverse Amministrazioni, c’è stata sempre grande sinergia e fattiva collaborazione per il bene comune; è una dimostrazione di come il servizio alla città dell’uomo si nutra del vero dialogo, quel dialogo che rispetta e valorizza le differenze e che la cultura di Rossano, attenta custode delle differenze, aiuta a valorizzare.
-Ringrazio tutte le autorità civili e militari che, con la loro presenza, hanno voluto onorare questa giornata e la mia persona. In particolare, il Presidente della Regione Calabria, onorevole Mario Oliverio.
-Ringrazio il carissimo Monsignor Giuseppe Satriano, pastore di questa diocesi, per la fraterna e affettuosa comunione con cui oggi, come sempre, condivide un momento così importante, donandomi grande gioia; con lui, ringrazio tutti i vescovi presenti.
-Ringrazio i confratelli presbiteri, i religiosi e i consacrati, con i quali abbiamo camminato tanto, condividendo gioie e angosce della nostra gente e sempre sforzandoci di trovare vie nuove ed efficaci di evangelizzazione.
-E ringrazio la gente: laici, famiglie, giovani, poveri, carcerati, ammalati, immigrati… tutti coloro che oggi mi commuovono con la loro partecipazione. La gratitudine, per un pastore, diventa rendimento di grazie: porto con me, nel ricordo carico di affetto, nella preghiera di ogni giorno, i volti di tutti, conosciuti e amati nel tempo del mio ministero tra voi.
Assieme alle persone, sono tanti i motivi per i quali rendere grazie a questa Città e a questa Chiesa.
Le opere da voi citate, più che iniziative da me promosse, rappresentano lo svilupparsi delle enormi potenzialità che, da subito, ho intravisto in questo territorio. Una terra e un popolo chiamati, con splendida originalità, a coniugare elementi diversi e preziosi: natura e arte, occidente e oriente, senso di accoglienza e capacità di esportare i propri tesori, anelito ecumenico e religiosità popolare, spiritualità della tradizione monastica e dinamismo evangelico...
Alcune “icone”, simbolo di questa Città, unica nel suo genere, sono state per me messaggio eloquente e lo sono, certamente, anche per voi.
-Penso all’incantevole Codex Purpureus, che insegna come il linguaggio della fede sia comprensibile a tutti, perché traducibile in cultura, storia, arte, bellezza, vita. Rossano, Città del Codex, ha saputo apprendere questo linguaggio e, a partire da una radice cristiana, ha maturato una straordinaria vocazione al dialogo, fatto di identità forte e apertura intelligente, che la pone in grado di integrare valori e persone, di creare armonia tra culture e differenze. È una lezione stupenda che, come tutto il nostro amato Sud, questa città offre all’Italia e al mondo; una lezione che io stesso ho imparato e che, in modo diverso, ho ritrovato nel mio ministero di pastore dell’Ordinariato Militare, Chiesa aperta alla diversità dei luoghi e dei popoli; una lezione che è garanzia e promessa di futuro e che mi auguro “contagi”, in modo più incisivo, anche il mondo della politica e delle Istituzioni.
-Penso poi al cammino spirituale di Nilo e Bartolomeo, santi eremiti e, allo stesso tempo, uomini di carità, disposti ad aprire le porte e a prendere il largo, a partire per diffondere la Parola di Dio, portando nel cuore, senza mai dimenticarlo, il profumo e il colore di questa terra. Anche oggi, Rossano sa aprire le porte, sa rifiutare i muri, sa esportare e promuovere i propri doni, profumando di fraternità i suoi spazi e vivendo così la preziosa eredità che i suoi santi le hanno lasciato.
-E penso, infine, alla Bellezza della Vergine Achiropita, che illumina e rassicura, aiutandoci a ricordare come tutto, nella storia umana, sia sapientemente scritto dalla Mano di Dio: con la Sua Mano di Madre, Ella ha sostenuto il nostro camminare insieme come comunità e, con il Suo amore, mi ha fatto crescere sempre più nell’amore per questa Chiesa, per questa Città. ecclesiale e comunità civile. Questo credo sia stato il dono più bello, che ha preparato il momento che viviamo oggi. Il rapporto con la Città, la collaborazione con la Città è stata per me esperienza davvero edificante. Una collaborazione che ha confermato come, per un territorio, si possano compiere opere straordinarie quando l’alleanza tra Chiesa, Istituzioni, cittadini metta al centro il valore della persona umana, della sua vita e della sua dignità. Non dimentichiamolo, l’uomo è sempre e solo da servire. Ed è quello che anche noi abbiamo cercato di fare: servire, servire insieme! E la gente lo ha percepito, sentendosi coinvolta, curata, amata. E’ questo l’impegno di sempre che coinvolge Chiesa e Istituzioni.
Cari amici, nonostante i miei limiti e i gli errori commessi, ho, però, amato profondamente ogni persona e ogni momento del tempo che il Signore mi ha concesso di vivere tra voi! Ho amato la città di Rossano!
E quando, per Sua Volontà, ho dovuto lasciare questo luogo, ho attinto coraggio e fiducia dalla forza evangelizzatrice di Nilo e Bartolomeo e dalla pronta disponibilità di Maria, certo che Egli avrebbe continuato a scrivere il Suo progetto d’amore nella mia storia e nella storia di Rossano.
Oggi questo progetto d’amore continua nel dono della Cittadinanza Onoraria. Non solo un riconoscimento ma un dono! Lo sento ed è così. Un dono che accolgo con grato amore leggendo, nelle parole ufficiali e nel gesto solenne che tanto mi onora, una verità semplice e profonda, scritta nella mia, anzi nella nostra vita, dalla Mano di Dio: l’essermi sentito sempre, e adesso ancor più, “uno di voi”.
Questo sono stato, questo voglio essere!”.
Rosaria Giovannone