Cucinare è molto di più di una semplice attività quotidiana. È un’opportunità per esplorare la propria creatività, per connettersi con le proprie radici culturali, per fare comunità e per migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Che si tratti di preparare un semplicissimo pasto per la famiglia o di un elaborato banchetto per un grande evento, la cucina è un’arte che merita di essere condivisa e celebrata. In un’epoca in cui la globalizzazione tende a uniformare le esperienze culinarie, la cucina arbëreshe offre un esempio di diversità e autenticità. L’uso di ingredienti locali combinati con tecniche tradizionali crea sapori unici che difficilmente si trovano altrove. Promuovere questi piatti nei ristoranti, festival e media può contribuire a far conoscere la ricchezza delle tradizioni culinarie minori, arricchendo il panorama gastronomico globale.

Leggi anche

La cucina arbëreshe è un testimone vivente della storia di un popolo. Le ricette tradizionali tramandate di generazione in generazione raccontano storie di migrazione, adattamento e resistenza culturale. Promuovere questa cucina significa preservare un pezzo di storia e assicurarsi che le future generazioni abbiano accesso a questa ricca tradizione. È proprio grazie a figure come Maria Anna Leonetti che l’identità, la lingua e le tradizioni arbëreshe vengono portate avanti orgogliosamente, nella speranza che possano prosperare. Così come a scuola insegna ai suoi alunni la lingua arbëreshe, a casa indossa il suo grembiule ed è pronta a mettersi ai fornelli con le sue ricette arbëreshe che conquistano tutti e rimembrano l’infanzia. Ha deciso di preparare la frivicka, piatto tipico, genuino e semplice da realizzare.

L’elemento chiave sono gli ingredienti utilizzati, tutti a km 0. Zucchine, fagiolini, patate, fiori di zucca, aglio, basilico, alloro: il tutto a cuocere per 30 minuti assicurandosi che l’acqua copra gli ingredienti. A fine cottura basta aggiungere il pane posizionandolo sulla frivicka e lasciarlo riposare per un paio di minuti, per poi mescolare il tutto con forza fino a farli diventare un tutt’uno. Questa è la magia della semplicità… il sapore dipende dall’unico ingrediente che non è a portata di tutti: il cuore arbëresh!