VIDEO | Politiche sociali: questo il filo conduttore dell'intervista al presidente dell'associazione ospite del format LaCapitale vis a vis in onda su LaC (ASCOLTA L'AUDIO)
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Lo chiama “virus del Sud” Carlo Borgomeo quel sentimento di saudade che da Brescia lo ha riportato nella sua Napoli prima, e a fare del Mezzogiorno una vocazione dopo. Dal 2009 è presidente della Fondazione con il Sud: «Un’avventura che va avanti da 12 anni, avventura bellissima che mi ha dato grandi soddisfazioni e che corrisponde in pieno alle mie caratteristiche».
Ospite della quinta puntata de LaCapitale vis-à-vis, Borgomeo ha discusso di politiche sociali assieme alla giornalista Paola Bottero, iniziando dai beni confiscati alle mafie: «Un tema di particolare rilevanza politico-sociale ed anche economico e che secondo noi le istituzioni e il dibattito politico sottovalutano un po’». Nel bando pubblicato dal Ministro per il Sud Mara Carfagna figurano, infatti, esclusivamente fondi per le ristrutturazioni mentre non sono previste risorse di gestione.
Fondazione Con il Sud ha dalla sua grande esperienza in materia avendo realizzato ben 108 progetti su terreni e immobili confiscati: «La logica con cui interveniamo è quella di favorire la valorizzazione di un bene comune ovvero che la comunità vive come proprio. Questo è importantissimo per rafforzare i legami sociali sui territori». Si finanziano soggetti di terzo settore (cooperative sociali o associazioni di volontariato) che ricevono finanziamenti a condizione che le risorse siano investite non solo per il ripristino di una struttura ma che parte sia destinata all’attività che vi sarà svolta «perché un bene si rivitalizza se vive, se fa qualcosa».
Nel Pnrr, continua Borgomeo, «si prevede che il terzo settore possa co-progettare e co-programmare ma in questo bando non c’è nulla. Noi speriamo che possa essere rivisto perché si tratta di 300 milioni di euro, una cifra importante. Se noi con 30 ne abbiamo valorizzati 100, con 300 milioni potremmo valorizzarne 1000». Questa premessa, continua Borgomeo, diventa particolarmente importante «se si vogliono fare servizi sociali o accoglienza per soggetti fragili».
«C’è una cultura e un approccio non strutturale al tema, cosa che noi pensiamo necessaria» considerato che le strutture ospitano anche attività produttive, «decine di cooperative sociali che utilizzano i beni confiscati facendo lavorare soggetti disabili: facendo quindi inclusione ma producendo anche. E s’incominciano ad avere volumi interessanti». Esempio virtuoso un ostello inaugurato da poco nella Locride «un posto straordinario da un punto di vista della sostenibilità, del green, della tecnologia».
«A noi hanno insegnato che al Sud c’erano meno servizi sociali, meno asili nido, perché il Sud era povero». È vero il contrario, sostiene Carlo Borgomeo: «Io prima di morire vorrei sentir dire qualcuno che la Calabria è povera perché per 70 anni non si è investito nel sociale, perché è il sociale che determina le condizioni per lo sviluppo». Fondamentale però è che l’aiuto incroci la responsabilità e la volontà dei soggetti sociali -altrimenti «diventa assistenziale» - e che si affermi una cultura del pubblico: «Fondazione Con il Sud è un’esperienza pubblica ma non statale». Bisognerebbe affermare una logica di «partenariato pubblico-privato» che nel welfare è decisiva.