Il giovane di Longobucco da qualche tempo vive e lavora a Segrate. Tre anni fa la scelta di trasferirsi e ora il dilemma: portare su la famiglia o ritornare a casa
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Bruno De Luca è un ragazzo di Longobucco, un piccolo e bellissimo centro della Sila Greca cosentina. Da qualche tempo vive e lavora al Nord, a Segrate. Ha una laurea in controllo di qualità nel settore farmaceutico. In passato ha svolto numerosi lavori, ma nulla a che fare con il suo titolo di studio. È stato anche assessore nel suo comune: «Anni bellissimi, perché ho sempre vissuto la politica come passione e servizio».
Poi tre anni fa ha deciso di emigrare, lasciando la famiglia in Calabria: «Con il supporto di mia moglie ho deciso di lasciare il lavoro per emigrare al Nord. Perché il datore di lavoro non era mai puntuale nei pagamenti, ero stanco di un retribuzione da fame e non vedevo una prospettiva di crescita in azienda. Eppure lavoravo per una ditta su un appalto Consip. Ma in Calabria, nel privato, succede questo ed altro. Ovviamente decidemmo con mia moglie, di trasferirmi solo io, con molti sacrifici ed in attesa di un eventuale trasferimento».
Ma ora il dilemma: trasferirsi tutti al nord oppure ritornare a casa.
«Il dilemma è questo: aspettare un altro solo anno e chiedere il trasferimento, oppure portarmi su mia moglie e mio figlio? Un dilemma che quasi ti toglie il sonno. Perché comunque, per noi meridionali, sradicarsi dalla propria terra è molto più difficile che per altri. Ma allo stesso tempo, ti rendi conto, che le prospettive future per la Calabria non sono ottimali. Seguendo, la miope politica regionale e aggiornandomi sui provvedimenti che lo Stato si appresta ad attuare, il futuro del Sud e della Calabria in particolare è sempre più incerto».
Un calabrese al Nord, uno fra migliaia. Ma effettivamente come si vive in quelle regioni che certamente sono il motore economico del paese?
«Al Nord, fondamentalmente, si vive bene. Stare a queste latitudini, ti dà una sensazione di libertà. Ti rendi conto, a volte, che vivi appieno la vita. Strade pulite, senza buche. Piste ciclabili che ti permettono di raggiungere vari centri cittadini. Il verde curato, quasi a darti la sensazione che si respira aria pulita, nonostante, si viva zone altamente industrializzate e dunque con una qualità dell’aria non proprio sana. Le difficoltà, sono prevalentemente economiche, perché la vita è più cara rispetto al sud. Ed essendoci molte più attrazioni, i soldi si spendono molto più facilmente. Ma questo è dovuto proprio alle numerose opportunità lavorative, che il nord ti offre. Per un giovane realizzarsi è molto più semplice. Le scuole sono collegate direttamente alle numerose aziende presenti sul territorio. In ogni paesino c’è un’ area industriale e agricola. Dunque le opportunità non mancano. Questo è dovuto a politiche mirate e consolidate nel tempo, anche, spesso a discapito del sud».
Viste dal Nord, le regioni meridionali non devono apparire esattamente un paradiso
«Come dicevo, i vari provvedimenti varati dal governo, come il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, il taglio sulla sanità pubblica, saranno un duro colpo per il Sud, un’area che parte svantaggiata rispetto al resto del Paese. Per la Calabria, invece temo sia il colpo di grazia. Perché la nostra regione è forse l’unica sprovvista di un piano industriale e dunque di un piano di sviluppo concreto».
Il Sud è molto indietro con le infrastrutture. Tanto che chi viaggia va incontro sempre a gravi problemi. Com’è successo a Bruno pochi giorni fa, atterrando a Lamezia da Bergamo
«Nei week end, scendo sempre dai miei cari, con voli low-coast. La rabbia prevale, le differenze sono tante, anche nelle semplici cose. Tanto che ogni volta che si atterra a Lamezia, c’è bisogno di un familiare o un amico che ti venga a prendere. Perché gli orari dei treni e degli autobus, in particolare, non coincidono con l’arrivo degli aerei. Spesso, l’ultimo autobus, parte 15 minuti prima dell’atterraggio, se il volo è di sera. Oppure devi attendere 3-4 ore per la successiva corsa, se l’aereo atterra la mattina. Eppure non sarebbe difficile, far coincidere le corse con gli arrivi in aeroporto».
Invece quando uno dal Sud rientra al Nord, è tutto diverso.
«A qualunque ora arrivi, trovi sempre un mezzo di trasporto pubblico, autobus o treno, che ti accompagna a casa. Dall'aeroporto di Malpensa, con i collegamenti ferroviari, si può arrivare direttamente alla stazione di Milano Centrale. A Linate hanno appena inaugurato una fermata della metropolitana, direttamente in aeroporto, e a breve partiranno i lavori per la costruzione della tratta ferrata che arriva a Orio a Bergamo. Ecco la sostanziale differenza tra nord e sud. Una capacità e visione politica, maggiore rispetto a quella dei nostri politicanti».
E fa rabbia pensare che la stazione ferroviaria di Lamezia dista dall’aeroporto, in linea d’aria, qualche centinaio di metri…!
«Cosa impedisce l’allungamento della tratta ferrata direttamente in aeroporto? Una scarsa visione politica? La mancanza di coraggio nel toccare interessi privati? Queste sono le domande alle quali attendiamo da anni una risposta»
Bruno in un suo post di Facebook ha scritto che basterebbe, veramente, efficientare il trasporto urbano ed extraurbano per sviluppare la nostra terra.
«Si, tutte le regioni e le città sviluppate hanno un efficiente ed efficace trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Pensa anche solo alla differenza tra Milano e Roma. Gli investitori scelgono Milano perché è più bella? No, perché c’è più efficienza nei servizi, soprattutto nel trasporto urbano ed extraurbano, coadiuvato da un’efficiente rete autostradale e ferroviaria, oltre che aerea.
Ora pensa tutto questo, realizzato in Calabria, con il porto più importante del Mediterraneo, quello di Gioia Tauro. Non attrarremo maggiori investitori? E questo cosa porterebbe se non ad uno sviluppo concreto dell’intera regione e di tutti i settori? Questa è secondo me l’unica ricetta attuabile e da cui partire».
Con Bruno ci chiediamo se la Calabria sia in grado di autogovernarsi. E se le regioni italiane rappresentino un fallimento, soprattutto al Sud, ma probabilmente in tutta Italia.
«Nelle condizioni attuali, e con la classe dirigente e politica che si ritrova, la Calabria non è in grado nemmeno di istruire due pratiche, figuriamoci se possa essere in grado di autogovernarsi. Vado oltre però, penso che nessuna regione sia in grado farlo. Viviamo in in mondo troppo grande per pretendere di farcela da soli. Se ne accorgerà, presto, anche il ricco nord, se l’autonomia differenziata dovesse passare. Anche perché lo dico da tempo: il regionalismo in Italia ha fallito. Secondo me, le regioni andrebbero abolite. Sono dei veri e propri carrozzoni mangia soldi. Pensiamo solo alla sanità. Con il passaggio delle competenze alle regioni, la sanità pubblica è quasi distrutta. Si investe solo in quella privata, ma con i soldi pubblici però. Hanno creato un vero e proprio business, solo per pochi. Ecco perché è necessario che la materia sanitaria sia gestita direttamente dallo Stato».
Lascio Bruno, un ragazzo innamorato della Calabria, ma che prova tanta rabbia nel vedere i tantissimi fallimenti in decenni di piani straordinari e investimenti ‘produttivi’. Una terra del tutto incapace di governarsi. Come dargli torto? Anche se lui tornerebbe domani mattina, nonostante tutto.
Ma come non capire la sua rabbia e la sua frustrazione?