Secondo il professore di Ingegneria dei trasporti all'Unical il vero problema, al di là dei fondi, è il tracciato: «Bisogna connettere la Calabria al suo interno e con la Puglia». E sul collegamento in mare con la Sicilia dice: «Forse qualche soldo per l'opera potrebbe spostarsi alle ferrovie»
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Secondo un recentissimo rapporto della Svimez il Pil prodotto dalla Calabria fa registrare un +0,45%. In base ai calcoli, ormai accertati, di diversi economisti, l’alta velocità porta, nelle città in cui arriva, un incremento di circa un punto percentuale di Pil. Basterebbe questa semplice considerazione per capire l’importanza dell’infrastruttura per la Calabria che da sola potrebbe far quasi triplicare il Pil regionale.
Invece il dibattito intorno all’alta velocità sembra non decollare. Il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, si è rimesso alle decisioni dei tecnici di Rfi. Il Pd ha organizzato una conferenza stampa l’altro giorno in cui avanza dubbi sulla copertura economico-finanziaria dell’opera, mentre il gruppo regionale ha chiesto formalmente le audizioni dei vertici di Anas e Rfi per capire fino in fondo lo stato dell’arte. Ne abbiamo parlato con Demetrio Festa, professore fuori ruolo di Ingegneria dei Trasporti all’Unical.
Professore, secondo lei i soldini per l’alta velocità ci sono o non ci sono?
«Io sono un docente in pensione, non ho in mano carte particolari. Ma da quello che seguo sui media mi pare di capire che Rfi ha intenzione di arrivare a Praia, realizzare le nuove gallerie Santomarco e poi si fermerà lì».
Avremo un’alta velocità a metà? Che significa?
«In questo momento non so risponderle. Da quello che so stanno progettando il nuovo tragitto da Praia a Paola che scenderà lungo la dorsale tirrenica. Ma non c’è un progetto quindi non sappiamo la spesa necessaria, non sappiamo con quali risorse verrà finanziata».
Di nuovo il problema dei soldi, quindi…
«Sì anche perché sappiamo che il tratto da Lagonegro a Praia è costato otto miliardi anziché i quattro previsti inizialmente. Il Pnrr finanzia fino a Romagnano. È evidente che c’è un problema di copertura a meno che non venga tirato fuori un qualche stanziamento straordinario. Leggendo le difficoltà che sta incontrando lo Stato nel cucire la legge di bilancio viene da essere pessimisti, ma io, come direbbe Craxi, godo dell’ottimismo della volontà».
Ma possibile che i tecnici di Rfi non si siano accorti delle difficoltà del progetto e abbiano sottovalutato la spesa necessaria?
«Da quello che so Rfi è partita da un vecchio progetto risalente a metà anni ‘80, primi anni ‘90 dell’ingegner Arsena. Un progetto che ho visto perché è stato pubblicato anche su “Tecniche professionali”, una vecchia rivista di settore edita dalle Ferrovie e perché ho parlato con l’ingegnere che lo ha redatto. Il progetto una volta arrivati a Vallo di Diano prevedeva due opzioni. La prima è la Lagonegro-Tarsia che dovrebbe passare sotto il Pollino come fa l’autostrada. La seconda, invece, scendere lungo la costa tirrenica. La prima è stata scartata, sebbene costasse meno della seconda, perché, queste sono le motivazioni ufficiali di Rfi, non ci sarebbe stato il collegamento con il Cilento e il Tirreno. Una scelta che personalmente non condivido perché si sarebbe potuto ovviare al problema attraverso due interscambi».
Ma non solo questo, il sottosegretario ha parlato di difficoltà tecniche sulla Praia-Tarsia? Come mai i tecnici di Rfi si sono accorti solo adesso di questi problemi?
«Se devo dirgliela tutta non sono stati loro ad accorgersi del problema, ma il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Loro hanno visto che non era possibile realizzare la galleria per la presenza di una grande falda acquifera che avrebbe comportato dei costi enormi. Fra l’altro il problema è che il drenaggio di questa falda avrebbe comportato seri problemi per l’acquedotto Abatemarco. Avremmo corso il rischio di lasciare senz’acqua diversi comuni del Cosentino».
Per questo quindi si è deciso di scendere lungo la dorsale tirrenica?
«Sì questa è l’idea anche se il progetto ancora non c’è. Possiamo immaginare che sarà una lunga sequela di ponti e gallerie».
E qui tornano in ballo i soldi...
«Su questo ovviamente non so dare delle risposte precise. Da quello che leggo e da quello che ho sentito temo che i lavori finiranno a Praia. Voglio sperare che Rfi trovi altri fondi per completare l’opera ma il problema a questo punto è un altro».
Quale?
«A cosa serve l’alta velocità?».
Ad arrivare prima…
«Certamente ma dove? Serve per andare in poche ore da Reggio Calabria a Roma oppure serve a connettere anche la regione Calabria al suo interno e migliorare i collegamenti con una regione dinamica come la Puglia?».
Non tornerà a discutere di tracciati…
«Invece sì. Se realizziamo questa trasversale che corre lungo la costa tirrenica avremo come conseguenza l’isolamento totale della Sibaritide e le solite difficoltà a raggiungere la Puglia che per noi è fondamentale come sbocco per il corridoio Adriatico, asse centrale del commercio in questo momento. Allora io penso che sarebbe stato meglio attraversare la Valle del Crati. Qualcuno dice che avremmo allungato il percorso di una cinquantina di km, ma sarebbe del tutto indifferente per treni che viaggiano a 300 km/h, verrebbero ammortizzati subito».
Si è scelto diversamente.
«Ed è un errore. Guardi che questo dibattito non è nuovo. Uno molto simile si ripropose quando venne realizzata l’autostrada. I tecnici volevano farla passare dalla dorsale tirrenica. A quel tempo però Giacomo Mancini, ministro dei Lavori Pubblici, si impuntò è la fece passare dalla Valle del Crati proprio per i motivi che le dicevo prima, per il collegamento con la Sibaritide. Una scelta lungimirante che dovremmo ripetere a mio avviso. Dobbiamo considerare quali sono i veri interessi della Calabria che è una regione particolare, stretta e lunga 350 km. Quando facciamo l’alta velocità va bene pensare a chi da Reggio deve arrivare a Roma, ma proviamo a pensare anche a chi da Rocca Imperiale deve arrivare a Reggio. Oggi ci mette una vita. È utopia pensare ad un sistema di trasporti che riduce il viaggio in un’ora e mezza?».
In realtà dovremmo pensare anche alla Sicilia, visto che il Governo vuole realizzare il Ponte sullo Stretto.
«Magnifico, opera straordinaria. Ma senza un’alta velocità vera ha senso? Io dico che l’alta velocità senza il Ponte ha senso, il contrario assolutamente no. Allora qualche soldino forse potrebbe spostarsi dal Ponte alle ferrovie, almeno io ragionerei così».