In piazza per sensibilizzare la cittadinanza all’accoglienza e per ricordare i migranti morti nel naufragio che si è verificato lo scorso 26 febbraio al largo di Steccato di Cutro.

Ad organizzare la manifestazione, che si è svolta ad Acri, il centro di accoglienza per migranti “La casa di Abou Diabo”, l’associazione "Liberamente Ets" e il Centro diurno per persone con disabilità “Pierino Tricarico”.

La città nel Cosentino, da anni è ormai sensibile alla tematica relativa all'accoglienza dei migranti. La comunità alloggio  "La casa di Abou Diabo", è infatti attiva sul territorio dal 2008 e ospita minori stranieri non accompagnati. Negli ultimi anni si è aggiunta anche "Liberamente Ets", ente che presta aiuto sociale e agisce in modo particolare sull'integrazione di famiglie di migranti. Proprio nei giorni scorsi, l'associazione Liberamente ha sottoscritto un patto di accoglienza con il Comune di Acri, per l'inclusione sociale di due famiglie di migranti attraverso il progetto Sai Ordinari. 

Durante l'incontro, che si è svolto nella villa comunale Gazebo, oltre agli organizzatori, hanno partecipato e preso la parola, anche l'assessore ai servizi sociali Luigi Maiorano e il consigliere comunale Raffaele Gencarelli.  Alla presenza degli studenti del liceo classico "Vincenzo Julia", si è discusso di politiche delle migrazioni, ragionando in modo particolare sul tragico evento avvenuto nel crotonese.

Tanti gli interventi, comprese le testimonianze dirette di alcuni migranti, tra questi c'è anche chi come Mohamed è arrivato in Italia dall’Egitto alla ricerca di lavoro. Il ragazzo, ospite attualmente della "casa di Abou", ha raccontato ai nostri microfoni la traversata a bordo di una carretta del mare e la paura vissuta in quegli istanti: «Per arrivare in Italia abbiamo impiegato sette giorni - ci ha detto Mohamed -, sul barcone eravamo in 650 e tanti erano ragazzi. Abbiamo avuto paura del mare».