Intervista a Saverio Arnone, giovane che vive a Torino dove studia Ingegneria chimica: «La cosa più triste? L'indifferenza di questa generazione nei confronti delle prossime»
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Saverio Arnone è un ventenne calabrese. I suoi occhi sono puntati sui tempi che stiamo vivendo. Il ragazzo vive questi tempi assai difficili a Torino, dove studia Ingegneria Chimica al Politecnico. Un corso di studio molto duro che lo porta a studiare anche 10 ore al giorno. Ma Saverio è un ragazzo tenace, maturo. È appassionato di musica e cinema. Timido e riservato, è un attento osservatore della crisi dei nostri tempi.
Un caffè con Saverio, anche per capire meglio come vive la generazione dei ventenni. E da loro imparare. E quanta paura ha Saverio di questo tempo così triste e terribile. «Più che paura, vedendo le direzioni prese dai politici, ma nel nostro piccolo anche da tutti noi, non posso che avere una scarsa fiducia nei confronti di una buona parte della società».
Una terribile pandemia. Una guerra devastante. Una durissima crisi energetica. Un ventenne si vede privato perfino della speranza di un futuro migliore. «La cosa più triste è l'indifferenza di questa generazione nei confronti delle prossime, ognuno sembra pensare solo a sé stesso».
Lui ama la musica, quella colta di un inarrivabile poeta come Fabrizio De Andrè: “Vola il tempo lo sai che vola e va. Forse non ce ne accorgiamo, ma più ancora del tempo che non ha età. Siamo noi che ce ne andiamo”.
Quanto sente sua Saverio, queste bellissime parole di De Andrè? «Moltissimo, per me lui è sempre stato un riferimento importante, e il mio rapporto con la sua musica si potrebbe definire "intimo"».
La musica, il cinema, lo studio: questo è Saverio con le sue passioni. Ma magari c’è altro.
JSi, credo che l'arte in generale sia una fetta importante della nostra esistenza, e troppo spesso però è messa da parte nel caos delle giornate sempre più piene di impegni. Io nel mio piccolo cerco sempre di ritagliarle un po' del mio tempo, dovremmo farlo tutti».
La Calabria vista da lontano e vista con gli occhi di un ragazzo. «Vedo una regione indietro su molti fronti, lo sappiamo tutti, però oltre questo c'è anche altro: vedo una grande voglia di riscatto, di riprenderci quello che negli anni ci siamo persi. Vedo tanti talenti tra i giovani, e vorrei che nessuno di questi andasse sprecato, e per farlo, c'è bisogno di lottare contro quel disincanto, quasi una resa al proprio destino, che è molto facile da sperimentare vivendo in una realtà difficile».
Con Saverio parliamo di intelligenza artificiale, soprattutto il grande successo di ChatGPT. «Proprio di recente mi è capitato di seguire una lezione del prof. Telmo Pievani su questo argomento. Indubbiamente i passi avanti fatti esponenzialmente dalla tecnologia sono straordinari, e allo stesso tempo possono fare paura. Ma secondo me per arrivare a quegli obiettivi che tutti dovremmo porci per il futuro, la tecnologia sarà di grande aiuto. La cosa più complessa sarà regolamentarla per far sì che si usi per il suo scopo più corretto».
In tanti temono l’avvento della tecnologia. La sua supremazia. Albert Einstein diceva: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”. Saverio non ha dubbi: “quando questo accadrà, significherà che l'uomo avrà smesso di farsi domande, di essere curioso e di dare ascolto proprio alla sua umanità”.
La guerra! Avere vent’anni e vedere le tragiche immagini di bombardamenti e distruzioni, riportando il mondo ai tempi peggiori.
«È stato terribile vedere quello che stava succedendo così tanto vicino a noi, qui a Torino spesso vedo in piazza molte manifestazioni, come ad esempio quelle delle ragazze e dei ragazzi iraniani che cercano di attirare l'attenzione del mondo sulla loro situazione nazionale. Vedere lo sconcerto nei loro occhi fa tutto un altro effetto che sentire le notizie al telegiornale, senti che anche tu devi fare qualcosa per loro! Non è più soltanto una notizia che ti arriva passivamente alle orecchie, hai davanti a te un uomo, che ti racconta in lacrime cosa subisce la sua famiglia, e questo ti spezza il cuore davvero, lasciandoti anche con tanta rabbia».
Saverio al termine degli studi di Ingegneria Chimica al Politecnico di Torino, deve decidere cosa fare per il suo futuro. «È ovvio che vorrei dare tutto il mio aiuto e sostegno alla nostra regione, spero di riuscirci, voglio farlo».
“Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore”. Ancora lui, De Andrè, ancora per cercare di capire fino in fondo cosa pensa questo ragazzo.
«Penso che questa frase dovrebbe essere all'insegna della nostre giornate, smettere di chiedersi "cosa posso fare per me?" ma pensare anche agli altri e a chi verrà dopo di noi. Una decisione presa così aiuterebbe certamente a creare un mondo migliore. E poi come ho detto prima, mai smettere di interrogarci e di essere curiosi, sulla vita, sulla cultura e su tutto ciò che ci circonda, solo così possiamo essere persone eccezionali. E magari sperando che un giorno le persone così non vengano più considerate "eccezionali" nel senso di rarità».