Appassionante e ricco di forti emozioni “L’incontro con l’autore” dei Licei di San Giovanni in Fiore, con la presenza di Carmine Abate, è diventato un momento da conservare nel libro dei ricordi per studenti, insegnanti e per tutti coloro hanno deciso di vivere una mattinata all’insegna della cultura. Autore di innumerevoli successi editoriali Abate è nato a Carfizzi, un paese arbëresh calabrese. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984) e in Italia con Il ballo tondo (1991), cui sono seguiti raccolte di racconti e romanzi di successo. Ha vinto il 50° Premio Campiello con La collina del vento (2012), mentre La Festa del ritorno (2004) diventerà anche un film.

Fortemente voluto dalla dirigente Angela Audia e curato nei minimi particolari dal prof. Giovanni Iaquinta, all’interno di un progetto scolastico con gli studenti sul libro “Il cercatore di luce”, l’incontro, moderato dal giornalista della Gazzetta del Sud Domenico Marino, con gli intermezzi musicali de I Kalakunta, è diventato un confronto aperto con le nuove generazioni. All’iniziativa era presente l’amministrazione comunale con l’assessore alla Cultura Antonello Martino e il presidente del Centro Internazionale degli Studi Gioachimiti Riccardo Succurro, che ha donato una pubblicazione allo scrittore.

L’evento è iniziato con la lettura del trittico della Natura di Giovanni Segantini da parte dello studente Luca Falcone. Abate si è detto «emozionato perché racconto il libro a San Giovanni in Fiore dove la cittadina silana è un tema centrale attraverso la figura della ‘moma’ (mamma-nonna) ed ho sempre immaginato cosa ne pensassero i sangiovannesi, e lasciatemelo dire sono emozionato perché posso farlo alla presenza di Saverio Basile, amico di vecchia data, che tanto mi ha aiutato attraverso racconti e testi messi a disposizione in questo progetto».

Lo scrittore ha ribadito nella presentazione di trovarsi di fronte al «libro che ho scritto più volentieri, un romanzo dei luoghi». Saverio Basile, direttore de Il Nuovo Corriere della Sila e decano dei giornalisti silani, con emozione ha raccontato la centralità della cittadina silana citata in 63 pagine del libro con racconti legati alla tragedia mineraria di Monongah del 1907, all’eccidio del 2 agosto 1925 da parte dei fascisti e alla costruzione epica delle grandi dighe silane.

Ma i veri protagonisti della giornata sono stati gli studenti dei licei che hanno “interrogato” l’autore sulle varie sfaccettature del libro, raccogliendo l’apprezzamento dello stesso Carmine Abate, che non si è sottratto nel rispondere ad ogni quesito proposto. Natura, emigrazione, legame con la propria terra, non tralasciando domande sull’arte, sulla filosofia e sull’attualità con la tragedia dei migranti a Steccato di Cutro.

Rispondendo ad uno studente lo scrittore non ha lesinato critiche al ministro Piantedosi dopo le dichiarazioni sul naufragio sulle coste calabresi: «Frasi che mi hanno fatto rabbrividire. I migranti partono per non morire nelle loro terre d’origine e poi succede che muoiano, come è successo domenica. Partono per trovare un futuro migliore». La sala gremita del Polifunzionale Futura Park si svuota ma non prima di un caloroso applauso e con la consapevolezza di tornare a casa «più ricchi e più umani» dopo il confronto con uno scrittore che continuerà a «raccontare la sua terra in ogni suo romanzo».