La città di Reggio Calabria celebra la Giornata nazionale per la lotta contro i Disturbi alimentari illuminando di lilla il Monumento ai Caduti sul Lungomare Italo Falcomatà in adesione alla campagna Never Give Up promossa dall'omonima associazione e da Anci.

«La campagna di sensibilizzazione - è scritto in una nota del Comune - punta i riflettori su patologie spesso silenziose ma purtroppo molto diffuse, in particolare tra i giovani. Alcuni dati recenti affermano che i disturbi alimentari, nello specifico anoressia e bulimia, risultano la prima causa di morte tra gli adolescenti, una situazione che si è ulteriormente aggravata a seguito della pandemia. In Italia 2.665.000 adolescenti hanno problemi con cibo, peso e immagine corporea e solo il 10% riesce a chiedere aiuto e lo fa mediamente dopo tre anni dai primi sintomi. La famiglia costituisce, insieme alla scuola, uno dei primi luoghi dove tali disturbi possono essere intercettati e affrontati tempestivamente, grazie a segnali che danno evidenza del disagio».

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«Il sindaco Giuseppe Falcomatà ed i consiglieri delegati Massimiliano Merenda e Giuseppe Cuzzocrea - è detto ancora nella nota - hanno deciso di aderire alla campagna. Un segno di attenzione e di condivisione con tante altre città italiane che si sono dichiarate disponibili ad aderire ad un progetto che richiama le istituzioni, ed in generale l'intera comunità, il mondo della scuola e le famiglie, all'importanza di cogliere i segnali che provengono dai nostri ragazzi, sostenerli e supportarli di fronte al male oscuro dei disturbi alimentari». 

«I ragazzi sappiano che le istituzioni sono al loro fianco, comprendano l'importanza di condividere i problemi con chi gli sta intorno, con genitori, insegnanti, amici, affinché si possa intervenire in maniera competente ed evitare che la situazione possa degenerare. Sembra scontato ma per tante ragazze e ragazzi non lo è affatto, ed attraverso campagne come questa - conclude la nota - possiamo risvegliare l'attenzione di tutti su un problema spesso sottovalutato, ma purtroppo molto diffuso».