La strada per raggiungere il cantiere, i pozzi di ventilazione delle future gallerie, l’impianto fognario vetusto e insufficiente. E poi la subsidenza in una zona di nuova espansione edilizia e il rischio idrogeologico legato ai lavori. Dubbi e criticità che il Comune di Campo Calabro aveva protocollato davanti alla conferenza di servizi istruttoria al Mase e che, dopo le integrazioni fornite dalla Stretto di Messina, sono rimaste sostanzialmente inevase. Cosa che ha portato gli uffici del piccolo centro reggino ad avanzare ulteriori richieste di chiarimento, con la speranza questa volta di essere ascoltati dal colosso riesumato dal ministro leghista Matteo Salvini.

«Le osservazioni che abbiamo sollevato – racconta a LaC News24 Sandro Repaci, sindaco di Campo Calabro, uno dei centri che pagheranno maggior dazio ai futuri cantieri – rimangono tali, la Stretto di Messina ci ha risposto col nulla: nella sostanza hanno riempito un file con un copia e incolla e le nostre perplessità sono rimaste le stesse. Per i territori non è per nulla rassicurante. Continuano a rimandarci al progetto definitivo, che non esiste, né mai esisterà visto che con i nuovi decreti potranno procedere a mozzichi e bocconi. Non è una novità, ma è evidente che in merito all’ipotesi del ponte, i territori interessati dai lavori siano del tutto subalterni alla Stretto di Messina».

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Quello che maggiormente preoccupa l’amministrazione del piccolo centro sulle colline che guardano allo Stretto è il rischio legato all’effetto subsidenza (l’abbassamento lento e progressivo del fondo del terreno, ndr) che potrebbe essere innescato dagli stessi cantieri per la realizzazione delle gallerie a causa delle metodologie di scavo che saranno utilizzate. Un rischio, si legge nelle controdeduzioni del Comune di Campo Calabro che «potrebbe generare danneggiamenti alle strutture superficiali residenziali ed alle infrastrutture a rete» in alcune zone del comune che «sono state e sono tuttora oggetto di rilascio di nuovi permessi di costruire e conseguentemente di nuovi interventi edificatori in espansione».

Sostanzialmente inevasa poi anche la richiesta di integrazioni rispetto ai pozzi verticali di ventilazione delle nuove gallerie ferroviarie che, aveva rimarcato l’ufficio tecnico del Comune, sono promiscui a residenze e uffici scolastici. «Abbiamo visionato i disegni dei pozzi – si legge nelle controdeduzioni inviate al Mase dal Comune – e continuiamo a ribadire che la cantierizzazione per la costruzione di questi pozzi e la successiva gestione a regime determineranno, inevitabilmente, impatti in termini di rumore, vibrazioni, atmosfera, suolo e sottosuolo. Continuiamo a chiederne lo spostamento o la delocalizzazione in aree più idonee».

Sul piatto dei previsti cantieri resta poi il problema legato alla strada su cui passeranno decine di camion al giorno per raggiungere il sito dove verranno trasformati gli inerti: 120 metri di percorso, come garantisce il committente, che attraversano però il centro abitato e che passano proprio di fianco allo stadio comunale in cui si allenano durante la settimana centinaia di bambini di tutto il comprensorio. «Non si ritiene soddisfatta la risposta data – si legge nel documento – intanto perché la strada non è rettilinea, non è di nuova costruzione, gli spazi di manovra sono limitati e l’utenza non è solo quella di Campo verso Villa e viceversa ma anche dei paesi pre-aspromontani (San Roberto, Fiumara, Reggio) che la percorrono giornalmente».