Memoria e testimonianza

Reggio, Antonella Aricò: «Mio fratello Gianni e gli anarchici della Baracca lottavano per i loro ideali. Non possiamo rinunciare alla verità»

Il ricordo al centro Cartella, 54 anni dopo "l’incidente" in cui i giovani persero la vita. La loro storia ha ispirato lo spettacolo ”Quattro pezzi facili meno una“ del Kollettivo Kontrora di Cosenza

di Anna Foti
30 settembre 2024
09:29

Ricordare Angelo Casile, 20 anni, Franco Scordo, 18 anni, Gianni Aricò, 22 anni, la moglie tedesca neppure diciottenne Anneliese Borth, e il cosentino Luigi Lo Celso, 26 anni, a distanza di 54 anni da quella tragica notte. Tra il 26 e il 27 settembre 1970, alle porte di Roma persero la vita in un tragico incidente stradale che, ancora dopo oltre mezzo secolo, riserva dei lati oscuri.


Ricordare con loro i giovani anarchici della Baracca che a Reggio Calabria facevano controinformazione in un momento caldo, quello dei Moti, quello del deragliamento del treno a Gioia Tauro, del golpe (revocato) del principe nero Valerio Julio Borghese.

Ricordare anche la giovane AnneLiese, moglie di Gianni Aricò arrivata in Italia dalla Germania non ancora maggiorenne, il cui destino si è poi intrecciato indissolubilmente con quello degli anarchici della Baracca di Reggio Calabria.

Ricordare, non solo per non dimenticare ma anche per testimoniare la volontà di non rassegnarsi alle tante zone d'ombra che ancora questa storia troppo dimenticata porta con sé.

Questo è stato fatto al centro sociale Angela Cartella di Gallico, periferia nord di Reggio Calabria, lo scorso 26 settembre, nel giorno del 54° anniversario della morte dei cinque giovani.

Il centro Cartella, sulla sua porta di ingresso, ha in modo permanente affisso un manifesto con le immagini dei cinque giovani. Lì è stato messo in scena il secondo studio di "Quattro pezzi facili meno una", un monologo di Francesco Gallelli, con la drammaturgia di Francesco Aiello e Giovanni Battista Picerno e la regia di Francesco Aiello, proposto dal collettivo Kontrora di Cosenza anche in riva allo Stretto.

Presente allo spettacolo anche Antonella Aricò, sorella di Gianni che dopo 40 anni di silenzio misto a profondo dolore, oggi è fervida testimone di una storia tutta da riscoprire e da conoscere.

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Giornalista
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