Il messaggio

Verso la Giornata mondiale per la cura del creato, Papa Francesco cita l’abate calabrese Gioacchino da Fiore: «Fu un grande visionario»

Le parole del Pontefice sul monaco-teologo: «In un tempo di lotte sanguinose, eresie e mondanizzazione della Chiesa seppe indicare l'ideale di un nuovo spirito di convivenza tra gli uomini»

 

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di Franco Laratta
27 giugno 2024
22:07

«Mi piace ricordare quel grande visionario credente che fu Gioacchino da Fiore, l'abate calabrese "di spirito profetico dotato", secondo Dante Alighieri: in un tempo di lotte sanguinose, di conflitti tra Papato e Impero, di Crociate, di eresie e di mondanizzazione della Chiesa, seppe indicare l'ideale di un nuovo spirito di convivenza tra gli uomini, improntata alla fraternità universale e alla pace cristiana, frutto di Vangelo vissuto». È uno dei passaggi importanti del messaggio diffuso ieri da Papa Francesco nell’annunciare la ricorrenza mondiale di preghiera del prossimo 1° settembre.

Il messaggio del Papa

Il pontefice denuncia le ingiustizie, gli abusi umani sulla natura e le guerre “fratricide” che uccidono e distruggono. Esorta poi a porre limiti etici allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale, che potrebbe essere utilizzata per “il dominio sull’uomo e sulla natura” invece che per la pace e lo sviluppo.

In una lettera indirizzata a Riccardo Succurro, presidente del Centro Internazionale di Studi gioachimiti, che ha più volte  incontrato il papa, il pontefice «assicura un ricordo nella preghiera per tutti i collaboratori del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti affinché possano vedere coronati di frutti positivi gli sforzi dispiegati in favore della diffusione del pensiero di Gioacchino da Fiore».


Chi era Gioacchino da Fiore

Gioacchino da Fiore è un monaco-teologo che ha elaborato nel  XII secolo un complesso ed originale pensiero profetico basato sulla esegesi concordistica della Bibbia e sulla teologia trinitaria della storia. È l'apocalittico che più ha influito su tendenze e movimenti profetici e millenaristici dell'Occidente medievale e moderno.
Riccardo Succurro ricorda la sua visione della storia che si fissa nelle immagini e nei calcoli di una rigorosa teologia simbolica e, nella Storia della salvezza, l'Età dello Spirito rappresenta la piena realizzazione dell'Età del Figlio. «Nelle sue opere  Gioacchino da Fiore  introdusse un concetto nuovo rispetto al precedente millennio cristiano:  Cristo è l' asse dei tempi, è il  centro della storia.
La storia dell'umanità per Gioacchino è storia della salvezza;  sull'intero corso dei tempi del Vecchio e del Nuovo Testamento domina la Trinità: il Padre,  autore di tutte le cose; il Figlio che si è degnato di condividere il nostro fango; lo Spirito Santo, di cui dice l'Apostolo "Dove c'è lo Spirito Santo ivi è la libertà».

Papa Francesco ha ricordato come nonostante i “progressi tecnologici” compiuti, «non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza». Il potere umano, infatti, è ormai «incontrollato, genera mostri e si ritorce contro noi stessi».

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