VIDEO | Il dibattito è stato promosso dal coordinamento "Giù le mani dal porto" e ha visto anche la presenza di diversi primi cittadini della zona. Tante le preoccupazioni, specie sul fronte ambientale
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Il porto di Corigliano Rossano è divenuto il fulcro di un acceso dibattito nella fascia ionica. Il coordinamento "Giù le mani dal Porto" ha organizzato nei giorni scorsi un confronto pubblico, riunendo sindaci e cittadini per esaminare da vicino l'investimento proposto dalla Baker Hughes. Rosa Silvana Abate, a capo del coordinamento, ha sollevato importanti eccezioni nel progetto, mettendo in luce l'anomalia rappresentata dall'intenzione di creare un'industria pesante senza precedenti simili in altri contesti portuali. Il confronto ha visto la partecipazione attiva dei sindaci, tra cui Gaetano Tursi di Francavilla, preoccupato per l'impatto dell'attività portuale sull'ambiente e sulla salute pubblica.
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Tursi ha messo in rilievo l'importanza di dare voce alle preoccupazioni della comunità e di agire con trasparenza nel processo decisionale. Mario Gallina, portavoce del comitato "Giù le mani dal porto", ha evidenziato il ruolo importante del coordinamento nel coinvolgere i sindaci del territorio. Ha sottolineato che le implicazioni del progetto non si limitano a Corigliano Rossano, ma coinvolgono l'intera Piana dei Sibari.
Il comitato si propone come portavoce della preoccupazione comune e invita i sindaci a unirsi nella battaglia per la tutela del territorio. Fabio Menin, ex responsabile del Wwf Sila Greca, ha delineato gli impatti devastanti che l'installazione di un impianto industriale avrebbe sul porto e sull'ambiente circostante. Ha sollevato dubbi sull'adeguatezza dell'ubicazione proposta, rimarcando possibili perdite per il turismo, la navigazione commerciale e l'ecosistema marino. Il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, nell’esprimere la sua solidarietà nei confronti dei cittadini che si oppongono al progetto portuale, ha lanciato un monito contro chi tende a dividere i territori. È ricorso agli anni '70, quando l'industrializzazione sembrava portare promesse di sviluppo e prosperità a Castrovillari, portando solo temporanei benefici, seguiti da una disastrosa chiusura delle industrie e dalla conseguente disoccupazione. Lo Polito ha poi evidenziato il pericolo di ripetere gli stessi errori, sottolineando l'importanza di uno sviluppo eco-compatibile che rispetti le risorse naturali del territorio.