Sarà l’aria più pulita d’Europa, le magnifiche foreste a perdita d’occhio che coprono i monti fino all’orizzonte oppure i fiumi con le acque cristalline ad aver attirato uno dei più belli e maestosi uccelli esistenti? Una cosa è certa, la Sila da pochissimo ha una nuova specie di avifauna che si può annoverare in quelle che nidificano. Non si tratta di una specie qualsiasi, ma di uno dei più rari pennuti nidificanti in Europa e ancor più in Italia: la Cicogna nera, Ciconia nigra. Si tratta di un bellissimo volatile dalle dimensioni notevoli: può raggiungere i 3 kg di peso, per una lunghezza di poco inferiore al metro e un'apertura alare che raggiunge e superare anche i 2 metri; è un uccello super protetto anche da norme internazionali. 

La storia di questo rarissimo uccello ce l’ha raccontata Gianluca Congi, appassionato ed esperto ornitologo, che da tantissimi anni osserva e studia l’ornitofauna della Sila, con alle spalle molti e interessanti lavori regolarmente pubblicati in riviste scientifiche di ornitologia, convegni, opere e libri che trattano di uccelli selvatici. La specie fino a qualche anno fa era osservata solo durante il transito migratorio, poi nell’inverno 2016/2017 per la prima volta è stato documentato lo svernamento nel Parco Nazionale della Sila, che l’anno successivo ha visto un adulto e un giovane svernare nuovamente, così fino all’ultima stagione invernale. Nel 2021, dopo un paio di anni con osservazioni anche nel periodo della riproduzione, la sorprendente scoperta: una coppia ha nidificato certamente sulla Sila (in un luogo mantenuto nell’assoluta segretezza) con due giovani che si sono involati con successo!

Un evento inedito che ha una notevole importanza per la conservazione degli habitat forestali silani e per una specie estremamente rara sul territorio nazionale, con un’importanza conservazionistica notevole. La popolazione italiana, secondo alcuni recentissimi studi, è indicata in almeno 24 coppie, con un trend in aumento che si sta registrando negli ultimi anni specie nel Meridione. Si tratta del primo caso accertato nel nostro territorio, il primo probabilmente su albero dell’Italia meridionale, ed è la nidificazione alla quota più elevate del Paese. Gianluca Congi ha già prodotto un corposo e dettagliato lavoro di ricerca, che sarà pubblicato probabilmente tra qualche mese all’interno di una nota rivista di ornitologia. 

Congi ha passato buona parte dell’estate binocolo alla mano, per seguire con grandissima riservatezza e delicatezza l’evento, coronato dal successo di due giovani cicogne nate su questi monti dell’Appennino calabro.